Post di quotidianità, che la vita è bella anche quando è quasi banale.
Stamani botta di vita: sono andato al mercato di frutta e verdura di Al Mina per raccattare un po’ di datteri che arrivano dall’Arabia, noci e uva sultanina dall’Iran, zucchine e pomodori dallo Sri Lanka, banane dal Kenya. Una sorta di globalizzazione di poveracci: datteri a parte ho messo in macchina tre sacchetti pieni di roba per meno di 5 euro.
Sono anche passato nell’Iranian Market a prendere un vaso nuovo per il la pianta che, con un connubio acqua-sole-mau-in-viaggio sta crescendo rigogliosa: mi vien la tentazione di piantare un po’ di pomodori e fagiolini in casa visti i risultati, per una sorta di “orto di guerra” preventivo nel caso gli invasati apparissero da queste parti.
I “complementi d’arredo” in vendita nell’area accanto alle piante da giardino (interno, altrimenti brucia a Maggio) potrebbero fare la felicità di un interior designer con gusti trash. Cammelli in terracotta colorati in rosso carminio alla bellemeglio (che si scriverà tutto attaccato o con uno tsunami di apostrofi e accenti?), bauli anticati a base di borchie rock’n’roll, assortimenti di tappeti, stuoie e anfore di ogni foggia e colore.
Se non fosse che il prossimo posto che affitto (mi scade il contratto ai primi di febbraio) sarà un monolocale, comprerei per due pitocchi un po’ di questa cianfrusaglia realmente etnico-post-moderna e tenterei un servizio fotografico come quelli che si vedono sui periodici di architettura per benestanti.
Foto? Un po’ di prove con l’iphone nuovo e uno scatto della cugina della Signora Tedesca a Telemetro …
beh, come ti giri, ti giri, sempre in mezzo a Chiquita e Del Monte ti ritrovi, a giudicare dalle cassette del mercato…
tutto il mondo è paese? 🙂
Quel dromedario osso è terrificante. 🙂
orrido! 🙂