Stamani parlavo con un’amica che guarda il Pacific Ocean quando si sveglia, e basterebbe questo per essere felici nella vita. “Si, potrebbero essere cazzi amari” le ho detto, traslitterando l’inglese condito con espressioni gergali con il quale stavo esprimendomi.

“La tensione tra Saudi Arabia e Iran sta toccando il fondo degli ultimi 30 anni, superando abbondantemente le fasi simili che risalgono agli anni ’80, e culminate con la rottura delle relazioni diplomatiche tra il 1988 e il 1991 come apogeo della rivoluzione Iraniana degli ayatollah del 1979 e gli 8 anni di guerra tra Iran e Iraq dove Saddam era supportato dalle monarchie del Golfo. Nello stesso periodo c’è il sospetto che il tentato colpo di stato in Bahrain del 1981 e il tentativo di assassinare l’emiro del Kuwait del 1985 avessero la longa manu di Tehran alle spalle, così come la formazione del gruppo clerico-militare Hezbollah al-Hejaz (modellata nella seconda parte degli anni ’80 sulla base dei cugini libanesi di Hezbollah) che aveva apertamente dichiarato l’obiettivo di rovesciare la monarchia dei Saud e condotto una serie di attacchi all’interno dell’Arabia.” Le ho raccontato, che avere un po’ di background storico aiuta nella comprensione della situazione attuale.

“Il livello dello scontro si è adesso innalzato, scegliendo una serie di terreni di confronto armato in Syria, in Iraq, in Lebanon e Yemen: tutti paesi dove i due Governi sostengono fazioni rivali, e questo è sicuramente un fattore che ha portato in minoranza i sostenitori del dialogo a favore delle fazioni dei falchi che sostengono la strada dell’annientamento da entrambe le parti.”

“I fatti come gli incidenti alla Mecca che hanno provocato 2.000 morti, l’esecuzione di Nimr, gli assalti alle ambasciate e il ritiro delle rappresentanze diplomatiche da parte di Saudi Arabia, Sudan, Bahrain, UAE e Kuwait sono meno che la punta di un colossale iceberg di una guerra che si combatte in una vasta fetta del mondo da queste parti: conflitti regionali in modo aperto o in modo più silenzioso e sotterraneo come in Lebanon, Egypt, in Israele e nei territori Palestinesi.”

“… e potrebbero essere cazzi, si. Poi aggiungiamo che io ho una poltrona veramente in prima fila per osservare questo pezzo di storia.”

Mi ha risposto “Ma poi tu non eri in Korea le mese scorso? E stamani la North-Korea ha sperimentato la sua prima bomba atomica? Mau, ma che lavoro fai veramente?“, alimentando la leggenda che io da oltre 20 anni viaggi solo in posti dove succede o sta per succedere qualcosa: che sia sfiga cronica?

Foto? Una vecchia immagine scattata a Riyadh una decina e passa di anni fa: non che la città sia poi cambiata molto …

riyadh

 

 

 

It's been almost 50 years that I travel across the word (and the 7 seas), on business or vacation, but always carrying with me a Leica camera. I started keeping this kind of journal a while ago. Even if sometime I disappear for ages, I'm then coming back with semi-regular updates: publishing is a kind of mirroring of my state and emotions, and you need to take it as it is. All published photos are mine.

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