Mi sposto da un appartamento ad un altro, stesso indirizzo, stessa torre, solo a un diverso piano: parrebbe una roba quasi semplice, va vediamo di stendere una guida a beneficio dei futuri disgraziati che devono passare attraverso la stessa equazione spazio-temporale. Post lungo, lo spezzo un un po’ di parti per i prossimi giorni.

Le premesse.

Il mercato immobiliare qui è (per ora) guidato da un totale controllo da parte dei proprietari, e denotato da una domanda decisamente superiore all’offerta. I proprietari affidano i propri immobili anche a 4 o 5 diverse agenzie, che li affidano a loro volta a tutti i propri agenti, che spesso li sub-appaltano anche ad altri agenti di rango inferiore: tutta questa catena alimentare che vede in cima il landlord-squalo , si ciba del plancton-affittuario attraverso commissioni, balzelli e percentuali in una corsa sfrenata ad accaparrarsi il cliente.

Lo stesso appartamento viene proposto, sul sito web principale di ricerca, fino a 6 o 7 volte e capita che 4 agenti differenti ve lo facciano vedere nello stesso giorno, non volendovene dire il numero in una sorta di iniziazione segreta ai piaceri dell’affitto.

Una volta che lo visitate comincia la strategia della pressione e dell’ansia: “bisogna dare la caparra subito, ci sono altri 5 clienti oggi stesso, e non ci sono assolutamente altri alloggi disponibili: vedi tu se vuoi andare ad abitare nei containers nel deserto a 60 chilometri da qui“.

Una volta che vi siete convinti (dovete visitare l’appartamento con il libretto d’assegni in mano), vi chiedono di firmare una caparra (casualmente intestata all’agenzia, non al proprietario). Quello che non vi dicono è che solo allora contattano il gradino superiore nella scala gerarchica fino ad arrivare al proprietario cui deve stare bene la cosa. In una società sarcasticamente multiculturale vi si chiede nazionalità e professione per confermare il gradimento.

Poi la cerimonia del pagamento: uno o due assegni anticipati e post-datati (e qui un assegno scoperto significa sequestro del passaporto e galera istantanea), oltre al 5% di deposito (altro assegno, che invece viene incassato all’istante) e infine la firma di un contratto annuale dove, tra l’altro, ci si impegna a informare il proprietario di casa nel caso vogliate lasciare la città e non si specifica se per sempre o per un semplice viaggio di lavoro.

Il contratto va quindi registrato alla Municipality e devono essere aperte le utenze, che è un’altra storia dove prometto vi intrattengo in futuro.

‘Cca niscuno ì fesso.

12 mesi fa mi sono lasciato sballottare per quasi 4 settimane nella follia che vi ho descritto, prima di trovare l’unico appartamento che mi dicevano fosse disponibile e aver subito anche un incremento di prezzo dopo aver dato la caparra, dato che vi si dice “fino alla firma del contratto tutti (dove ‘tutti’ indica il padrone di casa) possono cambiare idea“.

Quest’anno sono passato all’attacco, cazzo, vabbè farsi fottere una volta ma una seconda mi darebbe fastidio. Ho cominciato a seminare terrore con il largo anticipo di oltre un mese prima della scadenza del contratto.

Ho preso su Dubizzle (il sito dove si trova qualsiasi cosa da queste parti) solo gli annunci che rispondevano integralmente alle mie esigenze e budget. Ho telefonato all’agenzia e aspettato di essere ricontattato dall’agente: appena mi richiamava il disgraziato attaccavo con “… beh, visto che il prezzo del greggio è ormai a $26 il barile avrai una valanga di appartamenti per le mani dato il numero di progetti cancellati e la gente che lascia la Regione …“.

Appena mi balbettava che ce n’era uno solo e tentava di mettermi fretta lo fermavo con “.. no guarda, lasciamo perdere, io tratto solo con chi ha almeno 5 appartamenti da farmi vedere: mi sa che sei rimasto un filo indietro rispetto ai tuoi colleghi … ” e aspettavo in silenzio i successivi 10 secondi, mentre la bomba esplodeva tra i suoi scarsi neuroni e comprendeva un rovesciamento di mercato cui non era preparato.

Quando ne hai almeno 3 chiamami e allora, se starò ancora cercando, magari possiamo vederci ma fai svelto che ci sono tante offerte al ribasso da alcuni mesi a questa parte: anche il mio landlord mi propone 10mila pitocchi di meno pur che io gli occupi la casa ” gli aggiungevo, mentendo con la serenità di compiere un’azione in piena linea con la deontologia dei real-estate agents della zona.

Il bello di un sistema dove l’informazione “ufficiale” è attentamente controllata, è che il “gossip”, il passaparola, ha più autorità di un’enciclica papale e il terrore ha risalito e ridisceso la catena alimentare. Dopo una settimana gli ami hanno cominciato a strattonare e ho ricevuto le chiamate “Sir, ho due appartamenti, e poi forse un terzo nel pomeriggio, vuoi vederli?“. E a quel punto ho imposto gli accordi di esclusiva a loro insaputa “Si, va bene, ma solo se hai già l’approvazione del proprietario sul prezzo e può firmare contestualmente il contratto: non voglio perdere tempo con chi non è in grado di decidere e firmare“.

Il secondo filtro è stato il classico calcio nelle reni ad avversario già rantolante a terra: chiunque tentennava veniva inesorabilmente messo in stand-by.

Cazzo, ha funzionato.

Si, un paio di fregature me le hanno tirate, ma nulla a confronto dell’anno scorso: ma questo ve lo racconto nella prossima puntata.

Foto? “Incipit tragoedia” si faceva dire a Zarathustra: il primo oggetto che ho traslocato son state le biciclette …

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It's been almost 50 years that I travel across the word (and the 7 seas), on business or vacation, but always carrying with me a Leica camera. I started keeping this kind of journal a while ago. Even if sometime I disappear for ages, I'm then coming back with semi-regular updates: publishing is a kind of mirroring of my state and emotions, and you need to take it as it is. All published photos are mine.

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