Un amico mi scrive dicendomi “si, sei in un posto complesso sotto molti aspetti, ma con due dollari fai il gran signore”.

Un beato cazzo.

Mercer’s sviluppa annualmente un’analisi sul costo della vita, specificatamente su quello degli “expatried” ovvero le persone che hanno assegnazioni internazionali.

Lo studio comprende 207 città al mondo e analizza un complesso di 200 indicatori sul costo della vita: l’obiettivo è quello di identificare parametri e remunerazioni che ti facciano essere “cost neutral”, cioè che ti permettano lo stesso tenore di vita in qualsiasi parte del mondo ove tu sia.

È fondamentale questo equilibrio altrimenti nessuno andrebbe mai in posti dove, oltre ad avere complessità professionali, difficoltà culturali, incertezze climatiche eproblemi di sicurezza, ti brasi anche tutto lo stipendio anche solo per un cappuccio e brioche.

Prendendo in esame le “top 5”, Ginevra, Singapore e Zurigo guidano la parte bassa della classifica ma offrono direi un contesto eccellente per quanto riguarda la qualità di vita.

Hong-kong è piazzato buon secondo, scontando un presso degli appartamenti siderale e un desiderio di “esserci” dei nuovi ricvhi che la cina proto-ferrari-socialista ha generato.

Al primo posto, come la città più cara del pianeta per un expatried abbiamo Luanda, Angola appunto. Ovvio ci sia un filo di sorpresa da parte di tutti, pensando alla povertà estrem delle zone urbane, sub-urbane o rurali, ma questa è la realtà.

Una stanza in un albergo 4 stelle viaggia dai $500 ai $1,000 a notte. Una cena per due persone, portata unica con un pesce locale e un bicchiere di vino portoghese son $500. Una sandwich di tonno (buono e fresco) con un bicchiere d’acqua vi rapina a $50.

“Due dollari gran signore” un cazzo.

Foto? Sto andando in aeroporto e Luanda mi saluta con il suo traffico e la sua realtà …

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It's been almost 50 years that I travel across the word (and the 7 seas), on business or vacation, but always carrying with me a Leica camera. I started keeping this kind of journal a while ago. Even if sometime I disappear for ages, I'm then coming back with semi-regular updates: publishing is a kind of mirroring of my state and emotions, and you need to take it as it is. All published photos are mine.

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