Caro vicino di stanza, sono il tipo grosso, pelato e incazzato nero che ha bussato alla tua porta alle 3:45 di stamani, e che ha agitato sotto la tua faccia lo scovolino del cesso dicendoti in un francese stentato se avessi voluto una pulita alle tonsille.
Innanzitutto mi scuso per la coniugazione dei verbi che, data forse la confusione e la concitazione della festa che stavi tenendo nella tua camera da oltre 4 ore, e il mio profondo desiderio di riposarmi e dormire, non mi ha visto esprimermi nel modo più formale e rispettoso della lingua che ha vissuto la Rivoluzione a Parigi: ho visto però che l’aspetto semantico e sostanziale è stato chiaramente colto quando hai alzato gli occhi che arrivavano solo alla metà del mio petto e hai incontrato il mio sguardo.
Capisco che la vita è una e va vissuta intensamente, ma esistono dei parametri fissati dal rispetto e dall’educazione. Non è consono al vivere comune dare una festa in una camera d’albergo il martedì notte, ma tutti ogni tanto facciamo un filo di casino.
Certo, mettere il televisore al massimo volume e invitare almeno altre 18 persone urlanti e fumanti (il piano “era” no-smoking fino a ieri, oggi è “ash-tray”), è forse muoversi troppo oltre un’educazione e una comfort zone che dovrebbe essere rispettoso patrimonio comune.
Come l’ignorare le telefonate della Reception e infine le 4 visite che hai ricevuto, pregandoti di limitare gli schiamazzi: si sa, una volta messa in moto la bolgia della festa è dura a fermarsi. Si chiama “inerzia”, ma esistono poi rischi di decelerazione istantanea come nel caso di una testa che si ferma contro lo scovolino del cesso.
Non sono sicuro tu possa velocemente acquisire principi di educazione e rispetto. Sono invece certo che ti premurerai in futuro di controllare accuratamente se io sia anche solo nello stesso albergo dove tu alloggi, e in caso positivo confido tu ti allontani con celerità.
Foto? Casablanca dall’alto mentre non potevo dormire per il casino, cazzo …
Ma la musica era sempre la stessa e il tizio si chiamava Sam? 😀 …. lo so fa schifo….
Beh, posto che ritengo l’uso dello spazzolone del cesso a mo’ di microfono come strumento tecnologico di traduzione simultanea, tra il tuo legittimo, quanto urbano, richiamo alla tranquillità di quella “zona franca” che sono le camere d’albergo, che non ospitano bands hard rock, credo che tu avessi anche altre strade. Malgrado tu non avessi problemi nel far rispettare la prima parte del detto: se non puoi vincerli, unisciti a loro, forse potevi dare una botta di vita alla tua nottata, in memoria di serate passate ad ascoltare Peter Tosh al grido di boom alek.
Cazzo, mi hai riportato a quando ero sotto il palco, al Vigorelli, ad ascoltare i ritmi in levare di Peter Tosh …. “flash back” or “ganja back”?
hai aperto una breccia nella mia corteccia celebrale….
i concerti al vigorelli. La serata in cui sono andato ad ascoltare i King Crimson, con Robert Fripp, ridotti a fare i supporter dei Roxy Music.
Comunque serata che non potrò mai raccontare ai miei figli fino a ben oltre la maggiore età.
Have a nice trip bro
C’ero, c’ero!
Una scena da vedere… 🙂
Avere a portata di mano i tappi per le orecchie è cosa buona. Poi vorrei tanto che tu fossi a casa mia quando i cari studenti che occupano vari appartamenti del palazzo danno feste che iniziano a mezzanotte… Così, non avendo la tua stazza, col padrone di casa che se ne frega, non restano che i tappi…
Buon sonno!
Scusa ma mi sono fatta una gran risata! Non ti ho mai visto, ma ti immagino in piedi brandendo uno scovolino da wc, davanti a un tizio che ti arriva a metà petto… colorito verde Hulk?
Colorito marroncino da nuoto all’aperto e occhi iniettati di sangue.
Ahahah! Grande Mau! Rido immaginando la scena. 😂 Ora mi ricompongo e torno con la mente ai soggiorni all’estero di più settimane (facevamo scuola là, Francia o Inghilterra), alle mie notti insonni vagando per college e/o alberghi (questi ragazzi non dormono mai tranne durante le lezioni di giorno 😏), le ripetute chiamate dalla reception a varie ore della notte in quanto responsabile del gruppo … insomma hai tutta la mia solidarietà.
Spero bene che il figliolo non ti incontri più. 😉
Primula