Caro vicino di stanza, sono il tipo grosso, pelato e incazzato nero che ha bussato alla tua porta alle 3:45 di stamani, e che ha agitato sotto la tua faccia lo scovolino del cesso dicendoti in un francese stentato se avessi voluto una pulita alle tonsille.

Innanzitutto mi scuso per la coniugazione dei verbi che, data forse la confusione e la concitazione della festa che stavi tenendo nella tua camera da oltre 4 ore, e il mio profondo desiderio di riposarmi e dormire, non mi ha visto esprimermi nel modo più formale e rispettoso della lingua che ha vissuto la Rivoluzione a Parigi: ho visto però che l’aspetto semantico e sostanziale è stato chiaramente colto quando hai alzato gli occhi che arrivavano solo alla metà del mio petto e hai incontrato il mio sguardo.

Capisco che la vita è una e va vissuta intensamente, ma esistono dei parametri fissati dal rispetto e dall’educazione. Non è consono al vivere comune dare una festa in una camera d’albergo il martedì notte, ma tutti ogni tanto facciamo un filo di casino.

Certo, mettere il televisore al massimo volume e invitare almeno altre 18 persone urlanti e fumanti (il piano “era” no-smoking fino a ieri, oggi è “ash-tray”), è forse muoversi troppo oltre un’educazione e una comfort zone che dovrebbe essere rispettoso patrimonio comune.

Come l’ignorare le telefonate della Reception e infine le 4 visite che hai ricevuto, pregandoti di limitare gli schiamazzi: si sa, una volta messa in moto la bolgia della festa è dura a fermarsi. Si chiama “inerzia”, ma esistono poi rischi di decelerazione istantanea come nel caso di una testa che si ferma contro lo scovolino del cesso.

Non sono sicuro tu possa velocemente acquisire principi di educazione e rispetto. Sono invece certo che ti premurerai in futuro di controllare accuratamente se io sia anche solo nello stesso albergo dove tu alloggi, e in caso positivo confido tu ti allontani con celerità.

Foto? Casablanca dall’alto mentre non potevo dormire per il casino, cazzo …

Casablanca

 

It's been almost 50 years that I travel across the word (and the 7 seas), on business or vacation, but always carrying with me a Leica camera. I started keeping this kind of journal a while ago. Even if sometime I disappear for ages, I'm then coming back with semi-regular updates: publishing is a kind of mirroring of my state and emotions, and you need to take it as it is. All published photos are mine.

11 Comment on “Caro vicino di stanza ….

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