Salto indietro nel tempo: ieri sera 2 rullini di Kodak Tmax P3200 sviluppati, qui a casa, Abu Dhabi.

Pellicola che non esiste più (Kodak ha cessato la produzione il 1 Ottobre 2012), fotografia su argento che non si pratica più nell’era dell’istantaneo binario (nel senso “zero e uno”) socialmente condiviso, chimica che pochi ricordano e ancora meno continuano ad apprezzare.

Agente di sviluppo D-76, che è in polvere e lo posso portare nel bagaglio a mano, usato senza diluizioni, 14 minuti ai 20° raggiunti grazie a un lavandino dove ho rovesciato un po’ di ghiaccio. Un fissaggio Alford che era in confezioni da contagocce (sempre per passare la security), nessun bagno di arresto ma solo un forte risciacquo e poi, alla fine, due gocce di aceto aggiunte come tensioattivo. Semplice chimica nel bagno di servizio trasformato in camera oscura come facevo a 15 anni, con White Mam(b)a che mi accendeva la luce a sorpresa, preoccupata di cosa facessi in cesso al buio.

Ho solo abbandonato il purismo della tank in acciaio con spirali in metallo: gli ultimi 2 rullini di test che avevo sviluppato alla ganassa avevano la pellicola che si toccava ed è venuta fuori una schifezza. Tank e spirali in plastica hanno il meccanismo di trascinamento che facilita l’inserimento e il posizionamento di tutte le 36 pose senza bestemmie e cazzi.

In mezz’ora ho visto il mio risultato, con un sorriso sornione sulle labbra. Poi ho cominciato a bestemmiare con i settaggi dello scanner, e quando ho trovato quelli giusti avevo ormai la palpebra che cadeva e quindi il tutto è rimandato a un’altra serata per vedere “sul serio” gli scatti fatti negli ultimi 2 mesi con la stessa qualità di una vera stampa fine-art e senza la grana della scansione di test.

Ho altri 4 rullini di Tmax 400 e poi ho cominciato a bobinare i rullini con i 30 metri di pellicola 100 ISO che ho acquistato negli Stati Uniti, insomma qui c’è un serio piano di camera oscura per i mesi a venire.

Foto? Binario-digitale del “work in progress” di ieri sera …

 

It's been almost 50 years that I travel across the word (and the 7 seas), on business or vacation, but always carrying with me a Leica camera. I started keeping this kind of journal a while ago. Even if sometime I disappear for ages, I'm then coming back with semi-regular updates: publishing is a kind of mirroring of my state and emotions, and you need to take it as it is. All published photos are mine.

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