You better believe I’m coming you better believe what I say
You better hold on to your promises because you bet, you’ll get what you deserve
She’s going to leave him over, She’s gonna take her love away
So much for your eternal vows, well, It does not matter anyway

Una porta spazio-temporale si è aperta stasera, Giovedì 17 Marzo, nel giorno che si celebra la festa di San Patrizio (St. Patrick), e le parole di “Promises” mi accolgono insieme a un effluvio di gente, di verde, di tizi grossi il doppio di me, di ragazze rosse di capelli, di pinte di birra con una preferenza sul colore nero del liquido fermentato con un’arpa a simbolo sul bicchiere. La cover dei Cranberries viene suonata con maniera dalla band sul palco ma il casino è totale.

Why can’t you stay here awhile. Stay here awhile, stay with me.

Dopo cena ho raccattato la macchina fotografica, una manciata di banconote locali, ho arpionato un taxi e mi son fatto portare nel pub che riunisce tutta la community irlandese ritoccata nel Paese dei Castelli di Sabbia: stasera è la festa del Trifoglio Verde e ho voglia di provare una normalità che sembra quasi strana. Entri qui e ti senti nell’estate di Temple Bar, nel gusto della vita, nella moderata esagerazione che la storia ti ha impiantato nel dna e talvolta (per fortuna) esce anche quando sei a 6mila chilometri da casa. Non c’è un Irish che non sia qui stasera, e il loro proverbiale calore mi accoglie come un fratello, non come un ospite.

Oh, all the promises we made, All the meaningless and empty words
I prayed, prayed, prayed, Oh, all the promises we broke
All the meaningless and empty words, I spoke, spoke, spoke
Do-do-do, do-do-do, Do-do-do, do-do-do

Parlo, ascolto, bevo, fotografo: una naturalezza che qui pare eccezionale. Nessuna resistenza, nessuna renitenza anzi faccio nuove amicizie in cui i fattori comuni e gli interessi si incrociano nel modo più divertente e inaspettato. Qualche pinta, qualche cazzata, qualche foto: tutto veramente semplice, tutto scorre. Panta Rei, Sláinte chugat (se mi ricordo ancora il Gelico), hi mate, cheers, whaouoooo.

What of all the things that you taught me, What of all the things that you’d say
What of all your prophetic preaching, You’re just throwing it all away
Maybe we should burn the house down, Have ourselves another fight
Leave the cobwebs in the closet, Cause tearing them out is just not right
Why can’t you stay here awhile, Stay here awhile. Stay with me, oh oh!

Foto? Su una cosa Ryu, il folletto giapponese vestale delle Signore Tedesche a Telemetro, aveva ragione (e su molte altre, ovvio): la Q ti fa divertire in creatività e spensieratezza. Ho paparazzato una trentina di immagini, muovendomi tra i 1600 e i 6400 iso …

st patrick 3 st patrick 8 st patrick 12

 

Ah, si, ovvio che Promises ve lo faccio ascoltare …

 

 

It's been almost 50 years that I travel across the word (and the 7 seas), on business or vacation, but always carrying with me a Leica camera. I started keeping this kind of journal a while ago. Even if sometime I disappear for ages, I'm then coming back with semi-regular updates: publishing is a kind of mirroring of my state and emotions, and you need to take it as it is. All published photos are mine.

4 Comment on “Un trifoglio nella sabbia

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