La camera con vista sul Muezzin dove ho dormito stanotte mi ha ricordato alle 4:59 con islamica precisione che la sura del Fajr (“Alba” o aurora in arabo) avviene prima dell’alba: il canto stentoreo che recita la prima delle cinque preghiere obbligatorie per il mondo mussulmano ha fatto risuonare i vetri a poche decine di metri dagli altoparlanti montati sul minareto cui i fedeli hanno donato diverse centinaia di watt.
Inutile tentare di ignorare il suono: meglio entrare sotto la doccia e tentare di recuperare le connessioni mentali e i processi che mi portano ancora oggi in aria per una secchiata di ore (ragionevole, meno di 8).
Piove e il traffico, come ho avuto più volte modo di commentare, ha lo stesso effetto del versare acqua bollente in un formicaio: le auto-formiche si intorcinano e la città diventa un caos³ (cioè un caos al cubo, risultato del caos normale, moltiplicato per il caos della rush-hour mattutina, moltiplicato a sua volta per il caos creato dalla pioggia: si potrebbe anche definire un “caos solido”, ma evitiamo poi di avventurarci oltre in matematica e geometria).
Foto? Arpiono un taxi che rischia 6 incidenti in 4 chilometri, candidandosi per la mia bestemmia dell’anno ….
Verissimo, la pioggia è un dramma per il traffico, a tutte le latitudini.