Ho incontrato Luca: siamo stati un po’ di anni a scuola nella stessa classe, sicuramente al liceo ma forse anche nelle medie. Qualche acciacco, molta auto-ironia, identica la passione religiosa per la Signora Tedesca a Telemetro.
Un paio d’ore di chiacchiere con due telemetri a fatto comune, in un’abbazia del 1200 a pochi passi da Milano: qualità della vita in impennata come i tamarri di una volta che tiravano su la ruota al Fantic Modor da cross.
Qualità in salita che ha avuto poi la sua cuspide in un bicchier di vino seduti all’aperto a parlare di chi non c’è più: amici che un po’ per la droga, per la politica, per la salute o anche solo per la sfiga se ne sono andati con anticipo anche largo sulla teorica data di scadenza che il contratto “vita” ci ha impresso nel dna.
Foto? Abbiamo scattato in tutta la mattina forse nemmeno 3 immagini a testa: “Un Martini in Abbazia” potrebbe essere il titolo di questo cocktail di riflessi dove si vede Luca …
Qualche volta poggiare la macchina a terra per riempire gli occhi e le orecchie invece della card o del rullino è la cosa migliore che si possa fare.
si hai ragione: bisogna saper guardare e ascoltare prima di far aprire l’otturatore. pensa che la più bella foto di questi ultimi anni è un’immagine che ho deciso di non scattare, nella pioggia e nella nebbia della Birmania: è talmente vivida davanti ai miei occhi, forse proprio perché non l’ho toccata con nessuna distrazione …
Bella immagine Mau. Questa foto in realtà ne racchiude molte, se ti soffermi su tutti i suoi riflessi, .
Si, è una combinazione di più sensazioni, i riflessi, la partitura, gli affreschi, Luca e la sua M6 appesa al collo, il chiostro ….
Sì, Chiaravalle, quella sarà la mia ultima meta.