Nel Febbraio di quest’anno, l’Assemblea Governativa del Punjab (Pakistan) ha promulgato il “Protection of Women against violence Bill 2015”, criminalizzando ogni forma di violenza contro le donne e favorendo l’apertura di centri specifici in tutto il paese per facilitare il ricorso alla giustizia che nel paese era spesso rifiutata nei casi di violenze domestiche, e fornendo anche un numero verde per ricevere le denunce e annunciando la formazione di speciali commissioni territoriali.
È stata ridefinito il concetto di violenza, “… to mean any offence committed against the human body of the aggrieved person including abetment of an offence, domestic violence, sexual violence, psychological and emotional abuse, economic abuse, stalking and cyber crime …“.
È stato anche sancito l’obbligo nei confronti dei Pubblici Ufficiali di raccogliere le denunce e informare le autorità, per combattere un muro di omertà che spesso vedeva le forze dell’ordine complici di comportamenti criminali.
“Bene” potremmo dire, anche se arrivare a questo punto solo nel 2016 è un filo sarcastico, ma c’è un “ma” che merita attenzione e sdegno.
All’inizio di Giugno il Pakistan’s Council of Islamic Ideology ha emesso una fatwa, un editto religioso che non ha valore legislativo ma certamente influenza in modo sostanziale il comportamento della popolazione mussulmana, dove si è sancita l’accettabilità di “picchiare leggermente le donne”.
La BBC ha intervistato il Mullah a capo del Concilio, rammentandogli le forti reazioni all’editto e lo sdegno diffuso nella comunità internazionale di difesa dei diritti delle donne. Nell’intervista (qui il link), egli difende le sue decisioni:
“Questo è sancito dal Corano e nessuno può permettersi di criticare il Corano e l’insegnamento del Profeta. Se una donna non esegue tutte le sue responsabilità connesse al matrimonio, l’uomo la deve inizialmente riprendere e se questo non sortisce alcun effetto deve approcciare i suoi parenti e chiedere loro che intervengano. Se questo non ne corregge ancora il comportamento l’uomo deve smettere di dormire con la donna e se anche questo non funziona, egli ha il diritto di picchiarla a fini educativi, ma leggermente e senza né romperle ossa né farla sanguinare” (mia traduzione, ma potete ascoltarlo in punji con i sottotitoli in inglese della BBC).
Incalzato dalla giornalista che gli chiede come questo possa essere usato per giustificare qualsiasi violenza domestica e umiliazione, e cosa possa la donna fare se l’uomo non la rispetta e non ottempera ai suoi obblighi, il Mullah risponde che l’estrema soluzione (per la donna) è la richiesta di divorzio.
In risposta a questa criminale follia, culturale e sociale, molte donne in Pakistan hanno twittato l’hashtag #TryBeatingMeLightly, riprendendo ad un iniziale messaggio del fotografo Fahad Rajper lanciato su Facebook: sempre la BBC ne ha raccolto alcuni e si possono vedere su questo servizio.
Foto? Donne …
La strada da fare è ancora lunga. È l’ignoranza è la paura dell’uomo di perdere il potere non aiutano.
La strada da fare è ancora lunga. È l’ignoranza e la paura dell’uomo di perdere il potere non aiutano.
La religione è l’oppressione dei popoli, ma delle donne di più
Il monto islamico dovrebbe riflettere meglio sulle conseguenze di certe azioni in un mondo globalizzato. Certe scelte non fanno che alimentare la diffidenza e la distanza.