I miei buoni propositi si sciolgono come il burro spalmato su una fetta di pane caldo.

L’agenda della giornata era stata come una battaglia navale su carta quadrettata, nelle sue fasi finali alla ricerca dell’ultima scialuppa, e il proposito di saltare la cena per fare un po’ di sport è stato colpito e affondato da una salva di antipasti della cucina turca, seguiti da cubetti di agnello marinati e grigliati, accompagnati da un paio di Efes – la buona Pilsner Turca originariamente prodotta nella regione di Izmir.

Ovvio che poi abbia fatto una lunga passeggiata digestiva: circa 38 metri che hanno separato il mio tavolo dall’ascensore che mi ha riportato in camera. Ovvio anche sia collassato con l’ipad sul naso a mo’ di cerotto contro il russare.

Stamani alle 4 mi son reso conto dell’impari lotta che mi ha opposto per ore alle lenzuola, e svegliandomi mi son sentito le rocce del Bosforo sullo stomaco: le prime storiche parole pronunciate prima dell’alba sono state “Citrosodina please”.

Devo ricominciare una vita più sana, è chiaro.

Foto? Il teatro della lotta …

My bed in istanbul

It's been over 50 years that I travel across the word (and the 7 seas), on business or vacation, always carrying with me a Leica M camera. I started keeping this kind of journal a while ago. Even if sometime I disappear for ages, I'm then coming back with semi-regular updates: publishing is a kind of mirroring of my state and emotions, and you need to take it as it is. All published photos are mine.

9 Comment on “Una lotta

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