In coda.
Sotto un sole che sta gradualmente cambiando da una dolorosa luce bianca, all’arancione del tramonto filtrato dalla sabbia che annuncia un’altra tempesta.
Il cruscotto la raggiunto una temperatura che permette di cuocere tranquillamente bistecche, anche se il termometro digitale mi segnala “solo” 48 gradi. Mentre continuo a tentare di abbassare la temperatura del condizionatore, fino al selettore “freddo e criogenia“, mi scatta la cella musicale nel cervello.
On the first part of the journey, I was looking at all the life
There were plants and birds and rocks and things , There was sand and hills and rings
The first thing I met was a fly with a buzz , And the sky with no clouds
The heat was hot and the ground was dry , But the air was full of sound
Era verso la fine del 1971 quando Dewey Bunnell scrisse “A Horse with No Name“, pubblicandola poi nel Novembre dello stesso anno, cantandola assieme Dan Peek, e Gerry Beckley, sotto il band-name di America.
I’ve been through the desert on a horse with no name, It felt good to be out of the rain
In the desert you can remember your name, Cause there ain’t no one for to give you no pain
La, la ….
Mi viene in mente il video realizzato per promuovere il brano, dove due auto corrono in una strada del Nevada, mentre il giro di chitarra comincia a ipnotizzare e la voce monotona canta il motivo del viaggio.
After two days in the desert sun, My skin began to turn red
After three days in the desert fun, I was looking at a river bed
And the story it told of a river that flowed, Made me sad to think it was dead
After nine days I let the horse run free, Cause the desert had turned to sea
There were plants and birds and rocks and things, There was sand and hills and rings
The ocean is a desert with it’s life underground, And a perfect disguise above
Under the cities lies a heart made of ground, But the humans will give no love
È oltre un mese che non mi faccio sentire, lo so, e stavolta gli affettuosi richiami degli amici, che si volevano sincerare del fatto fossi sempre vivo, sono caduti nel vuoto.
La miniera mi ha fagocitato stavolta.
Una paio di nuove e profonde gallerie da aprire, uno dei quali mi vedrà picconare fino al 2021, un po’ di stanchezza, e zero voglia di fotografare dopo che sono tornato da Singapore oltre un mese fa: talvolta succede. Anche una settimana passata in Corsica, bilanciata tra spiaggia e telefono, non ha sortito gli effetti sperati se non una scorpacciata di tonno crudo da applauso.
Tranquilli che sotto la polvere (meglio, sotto la sabbia), la voglia di fotografare e scrivere c’e’ sempre: prima o poi ricomincio a macinare post.
Foto? In coda, al tramonto: scatto con il fido iPhone …
Ovvio che ve la faccio ascoltare ….
Bello leggerti di nuovo, bello sapere che stai bene e che sotto la sabbia delle torride dune che ci circondano c’e’ sempre la voglia di raccontare con qualche riga e qualche scatto, luoghi, sensazioni e immagini di vita vissuta. Welcome back! E speriamo di poter festeggiare insieme prima o poi davanti ad un bel boccale di birra. Come ha scritto qualcuno che la sapeva lunga, “la birra ghiacciata d’estate dovrebbe essere patrimonio dell’umanita’”, ancora di di piu’ quando il termometro va oltre i 50… 😉 Cheers!
Un abbraccio!
Io ti leggo sempre. Tardi ma ti leggo!
Un abbraccio forte!
🙂 tranquillo, non ti perdi decine di post di sicuro! Un abbraccio!