“Non so se definirti uno ‘spala-gente’, uno ‘sfolla-gente’ o uno ‘sparti-gente’ nel senso più letterario del termine“, mi dice la Cami, indagando da letterata la semantica per definire quello che sta accadendo sul facile sentiero che dal Passo Rolle porta fino ai Laghi di Colbricon.
Siamo nella catena del Lagorai, che appartiene alla regione Dolomitica. Facendo sfoggio di nozionismo geologico, queste montagne si sono formate nel Permiano, intorno ai 290 milioni di anni fa: come dire che se avevate comprato il latte all’epoca, forse e’ meglio che diate un occhio alla data di scadenza, che rischiate di versare carbonato di calcio nella tazza coi biscotti.
Bella giornata di sole, percorso breve e adatto a tutti, beste quadrupedi (semoventi o imbracciati come orsacchiotti da compagnia) e bambini urlanti compresi: si formano lungo il sentiero degli agglomerati umani che non si spostano manco al terzo “mi-scusi-permesso“, e manco al “occhio-che-son-grosso“.
La mia versione e’ che tento gentilmente di infilarmi tra la gente, tentando di passare lieve come un ballerino del Bolshoi. La versione – sarcastica – di Cami e’ che la gente mi rimbalza via come se un trattore sfondasse una mischia di rugby.
Foto? La didattica mentre si gode un cappuccino …
Mi piace la versione della Cami