Sono arrivato che erano passate da poco le 4 di pomeriggio, e sin da Piazza Missori sentivo le note che si diffondevano, facendosi largo nell’afa che strangola questo Agosto Milanese, proprio come se fossimo a Milano nel mese di Agosto.
Sentivo Cami arrancare dietro di me, criticando l’idea di fissare un appuntamento in un pomeriggio deserto: l’apertura della piazza, arrivando alla Chiesa di Sant’Alessandro in Zebedia dalla sua destra, ci ha mostrato il suo misto tra Rinascimentale e Barocchetto Lombardo, dando un’impressione di Sicilia.
Suona la sua fisarmonica, con un cappello dinnanzi sul selciato. dentro un paio di monete che scommetto ci ha lanciato lui stesso, visto che potremmo girare tranquillamente il sequel del Deserto dei Tartari oggi, ricevendo anche un encomio post-mortem (sua) da Buzzati.
Gli ho lasciato cadere un paio di spiccioli. Mi ha sorriso, come se aspettasse un segno per fermarsi.
Ha tirato fuori un sacchetto di tabacco e con gesti rapidi, da dita avvezze a muoversi tra bassi (i bottoni nella parte sinistra dello strumento aerofono) e cantabile (i 41 tasti bianchi e neri a destra), si e’ arrotolato una sigaretta. Nel silenzio.
Poi ha attaccato qualcosa che sapeva di Bizzantino, di Arabo, inanellandosi nelle cadenze della musica folcloristica tipica dei Balcani. E l’afa si e’ fermata ad ascoltare.
Foto? Quel momento …
sembra di esserci