Entrando in Laos mi colpiscono le numerose bandiere rosse con Falce e Martello stilizzati, esposte vicino al vessillo nazionale a tre bande orizzontali rosso-blu-rosso con una palla bianca al centro. Ci ricordano che il Paese e’ uno dei pochi ancora sostenuti da un regime a Partito Unico, dove, dal 1975 il Partito Rivoluzionario del Popolo del Laos governa attraverso una dottrina Marxista-Leninista, dichiarando un Comunismo contemporaneo.

Un po’ come sostenere l’uso di un motore ad elastico per la locomozione, anteponendolo alle autovetture della Tesla: se non ci fossero nessuna tolleranza per il dissenso (human rights, questi quasi-sconosciuti?), libertà di espressione, stampa e pluralismo, e altre amenita’ come l’assenza di pluralismo rafforzata da sparizioni di memoria quasi stalinista, il sistema paese sarebbe da definire come “anacronisticamente romantico”.

Un paio di cose mi sono emerse dalla memoria storica, a giustizia di un esame particolarmente cazzuto sulle guerre in Indocina dalla fine del colonialismo Francese in poi, che penso di aver dato a 19 anni (quindi 40 ne son passati): il Sentiero di Ho Chi Min, che riforniva i Viet Cong spingendo i materiali bellici sopra biciclette, e i bombardamenti americani per colpire le basi di supporto.

Il New York Times ci dice che, tra il 1964 e il 1973, gli aeri USA hanno scaricato due milioni di tonnellate di bombe sul Laos, l’equivalente di tutti i bombardamenti in Europa e Asia nell’intera Seconda Guerra Mondiale. Si stima siano ancora circa 80 milioni gli ordigni inesplosi, compresi quelli risultato di un estensivo uso delle bombe a grappolo, e questo, oltre a rendere incoltivabile una vasta area nell’est del paese, causa oltre 50 incidenti annuali, la maggior parte mortali.

Luang Prabang, sulle rive del Mekong, sembra oggi veramente distante da quei momenti: forte vocazione al turismo alternativo, in una cittadina che si gira a piedi nello spazio di un paio d’ore, incontrando gli oltre 50 templi con splendide decorazioni in lamina d’oro, e diffuse fioriere ricavate dagli involucri delle bombe.

Foto? Un po’ di dettagli in una splendida giornata …

It's been almost 50 years that I travel across the word (and the 7 seas), on business or vacation, but always carrying with me a Leica camera. I started keeping this kind of journal a while ago. Even if sometime I disappear for ages, I'm then coming back with semi-regular updates: publishing is a kind of mirroring of my state and emotions, and you need to take it as it is. All published photos are mine.

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