Bello camminare, scendendo per selciati che hanno un migliaio d’anni di storia, per arrivare in fronte al mare, in una città che fa fatica a svegliarsi, mentre Nyla annusa l’aria e insegue i gabbiani.

Bello incrociare l’umanità, umanità che solo un vecchio porto può avere, in un melting pot strano, dove la tolleranza ha radici profonde, nel rispetto di chi attraversa gli oceani per incrociare la tua strada.

Bello sentire lingue e dialetti, che talvolta scivolano nella gestualità, in un mondo dove anche gli odori fanno parte del comunicare. Bello leggere i muri che portano anacronismo assieme a diversità.

Bello incontrare vecchi amici, per un carciofo, per un bicchiere di Pigato, per un consiglio sul cane, per un pezzo di sapone di Aleppo, per un pacco di canestrelli, per uno scatto della Signora Tedesca a Telemetro.

Foto? Genova è diversa: scendi da via Garibaldi, verso la Maddalena, e all’incrocio dove una volta c’era l’Agnese a formare, cuocere e dipingere le sue ceramiche, prima di arrivare alle spalle di Via Pre’ ….

It's been almost 50 years that I travel across the word (and the 7 seas), on business or vacation, but always carrying with me a Leica camera. I started keeping this kind of journal a while ago. Even if sometime I disappear for ages, I'm then coming back with semi-regular updates: publishing is a kind of mirroring of my state and emotions, and you need to take it as it is. All published photos are mine.

9 Comment on “Genova, what else?

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