Ogni volta che passo da Singapore non posso fare a meno dei loro ravioli a vapore: da Din Tai Fung c’è sempre coda, ma vale la pena di aspettare al massimo una ventina di minuti per poi seguire le cameriere saettanti tra i tavoli e ordinare quello che viene preparato, cotto e servito all’istante.

L’organizzazione del lavoro è spinta alla massima efficienza, con procedure che farebbero impallidire i laboratori di nanotecnologie. Si comincia col consegnarti un menu dove sono sbarrati i prodotti che sono terminati (tutto viene rigidamente preparato freschissimo all’istante): in un foglio delle dimensioni di un A4 trovano posto circa 120 possibili selezioni dagli “antipasti” al “dolce” (la cucina asiatica non ha però divisioni così precise), con la descrizione bilingue e indicazioni sulle quantità.

Mi ci vuole una lente di ingrandimento per avere anche solo una minima idea di dove state segnando che vi portino le pietanze, ma per fortuna, a fianco delle casse, un cartellone vi snocciola le immagini dei piatti con accanto descrizione e numero di riferimento: perfetto, se non fosse che un tipo mi ci si mette davanti con tutta la famiglia, incastrandosi nei 40 centimetri di distanza tra il mio naso e il cartello.

Quando arriva il mio turno vengo guidato, con la velocità pari alle dita sulla chitarra durante un assolo, tra i tavoli fino al mio e mi si ripete quello che ho ordinato: dopo 6 secondi netti un cameriere che non avevo mai visto, gentilmente mi informa che il mango pudding è finito e se voglio cambiare la mia scelta. Cazzo sono tutti collegati con auricolari peggio degli uomini che proteggono il presidente e ci deve essere alle loro spalle un computer delle fattezze di Hal9000 (“2001 Space Odissey“, per chi non cogliesse il riferimento).

Il cibo arriva, perfetto, caldo e gustoso: non c’è nessun numero sul tavolo, ma vedo saettare decine di camerieri e cuochi con percorsi ottimizzati e incredibile precisione. Sono certo abbiano un gps impiantato nel cervello o siano robot di perfette fattezze umane. Pulizia perfetta ovunque.

Uscendo scatto qualche immagine ai cuochi che preparano ravioli: sembrano una equipe chirurgica che sta operando con velocità e precisione …

dintaifung 5

It's been almost 50 years that I travel across the word (and the 7 seas), on business or vacation, but always carrying with me a Leica camera. I started keeping this kind of journal a while ago. Even if sometime I disappear for ages, I'm then coming back with semi-regular updates: publishing is a kind of mirroring of my state and emotions, and you need to take it as it is. All published photos are mine.

3 Comment on “Din Tai Fung

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