Giornata da bici, perfetta. Inforco “Black Honey“, la single speed, e comincio a trasferire energia cinetica alla ruota.

Prendo il rettilineo che costeggia tutta Rogoredo, fino alla Stazione Ferroviaria: il percorso ciclabile scende, andando ad incrociare l’area dove i passeggeri accedono ai binari e allo scambio con la Linea 3 della Metropolitana. Ci arrivo con gesto atletico, in piedi sui pedali, inchiodando la bici quando si incontra lo spazio “pedonale“.

Oh-madonna-gesù-dio-santo-san-giuseppe-e-gennaro“, articola una signora attaccata al suo trolley, spaventata dalla mia apparizione. “No signora, malgrado sia grosso e fisicamente potente, non sono dio: quello, pare, sia veramente altra cosa”, le dico, “e non sono nemmeno un atleta della Società Sportiva Santissima Trinità, né della Ciclistica INRI Redentore, mi creda”. Temo che la mia battuta rimanga incompresa dallo sguardo della sciura, simile a quello di un totano che si trova per sbaglio dentro una vasca jacuzzi.

Risalgo in superficie, doppio l’ortomercato e prendo via Spartaco fino alla Rotonda Della Besana, dove la domenica mattina c’è chi insegna tai-chi come si fosse nei parchi di Shanghai. Arrivo in Largo Augusto e in via Manin mi ingarello con un altro paio di pedalatori fino a raggiungere San Babila come se fosse un traguardo volante nel gran premio della pianura urbana.

Corso Venezia, taglio in diagonale Buenos Aires ed entro in Viale Tunisia, raggiungendo la parallela, via Casati.  Inchiodo davanti a Pavè. Pavè non nel senso il selciato di sanpietrini malefici e scivolosi che tanto hanno dato alle manifestazioni degli anni settanta, ma il caffé-pasticceria che da poco ha aperto a Milano, ma merita una visita per la qualità dei prodotti, per la gentilezza del servizio e per l’ambiente sereno che vi si respira.

Cappuccino tiepido e una 160-grammi, brioche che raggiunge col ripieno di marmellata un peso calorico tale per cui l’App che pateticamente mi indica il mio profitti&perdite alimentare&energetico mi scrive “Cordiale e pirla utente, è perfettamente inutile massacrarsi con l’attività fisica quando poi ti spari un carburante alimentare in grado di gareggiare con l’uranio in termini di potenziale calorico“. Riparto con l’elegante gesto atletico di chi si è dimenticato il lucchetto e dopo 12 centimetri si schianta fermo.

Tolgo il lucchetto e, libero finalmente, arrivo Viale Argonne affrontando in fondo il cavalcavia di via Buccari come un tappone dolomitico e cerco di passare la borraccia ad un tipo con una graziella per emulare l’immagine di Bartali e Coppi: ovvio che mi becco solo una brutta occhiata. Scendo e curvo a destra verso il parco Forlanini.

La domenica qui è il festival della grigliata filippina: mi diverte il modo in cui questa comunità si ritrova e le capacità organizzative all’aperto che hanno. Devo lanciare un’iniziativa “riprendiamoci il BBQ” e radunare un grappolo di amici, 32 litri di birra, e celebrare manzo e maiale sulla brace uno dei prossimi weekend.

Ponte ciclabile sulla strada dell’aeroporto, raggiungo Linate, passo Ponte Lambro e, con la felicità del mio posteriore mi lancio sotto la doccia: quasi una trentina di kilometri piacevolissimi!

Foto di oggi? Sono stato in giro con la “pellicola”, una M7 caricata con la Ekta100 e quindi dovrò aspettare di finire il rullino e poi sviluppo e digitalizzazione per vedere qualcosa: ieri sera invece concerto in Piazza Duomo con Bollani che tempestava i tasti del pianoforte offrendo la “Rapsody” di Gershwin ….

sst (3)

It's been almost 50 years that I travel across the word (and the 7 seas), on business or vacation, but always carrying with me a Leica camera. I started keeping this kind of journal a while ago. Even if sometime I disappear for ages, I'm then coming back with semi-regular updates: publishing is a kind of mirroring of my state and emotions, and you need to take it as it is. All published photos are mine.

3 Comment on “Società Sportiva Santissima Trinità

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