Ho parlato con dettaglio della religione che ho intenzione di fondare, rivelando la divinità di Haleph-di-tutte-le-patacche che si esprime con macchie sulla polo blu che riesco a sporcare ogni volta che la indosso, anche se sto solo tagliando il pane: potete leggerne la storia completa sul post XXXXL scritto un paio di mesi fa, a Singapore.
Stasera (ieri sera per chi legge) ho trovato ben due polo nuove, blu e scontate: ho deciso quindi di prendere la decisione di rinnovare la tradizione e buttare la “tunica” che stavo indossando, con due vistosissime patacche decisamente non lavabili, che si sono aggiunte ad una serie che ormai mi hanno fatto classificare come “immettibile” il capo.
Nel culmine dell’auto-ironia, ho ingaggiato la Cami per dare un tocco di drammaticità urbana alla cerimonia di ammaina-polo, chiedendole di fotografarmi mentre sto buttando il prezioso e storico capo nella spazzatura: ovvio che l’alone nello scatto sia un chiaro segnale di presenza immanente che si rinnova, non il riflesso nell’obiettivo con un diaframma aperto a f1.4 ….
E’ dovuto un minuto di raccoglimento davanti alla sacralità di questo gesto.
certo, e poi un militaresco “Presentat-candeggina”?
Io l’avrei messa in una teca, con l’indicazione dei luoghi per ogni macchia, ….thailandia, australia, genova…. alici….
sto scendendo nel locale immondizia a recuperarla …. 🙂