Dopo esserci ritualmente lavati le mani alla base della collina, quando ci siamo trovati dinnanzi alla scalinata del tempio Scintoista Hakone Shrine, la Cami ha esordito con “Avevamo detto che in questa vacanza non si faceva nessun trekking“, io invece me la son presa di buona lena e arrivato in cima ho cominciato (compostamente) a saltare a braccia alzate, urlando (sotto voce) “Adriana, Adriana, Adrianaaaaa” come Rocky sulle scale del Capidoglio.
Fondato nel 725, sorge sulla montagna che da sul Lago Asahi, che mi ha fatto immediatamente chiedere a Giorgio e Maria (vedi questo post per i loro nomi reali) che ci hanno accompagnati qui, se dalle acque si producesse la Birra Asahi: avendo ricevuto una confusa risposta, visto che i due mi prendono sempre culturalmente sul serio, la Cami mi ha fatto promettere che l’avrei piantata con il mio sense of humor che ha poco seguito nella cultura Nipponica.
Siamo poi scesi a sud verso Mishima, per prendere il Tokaido Shinkansen, il treno-proiettile che ci porta a Kyoto per qualche giorno: siamo riusciti anche a visitare il Mishima Taisha, altro tempio shrine. Anche questo ben affollato, grazie ad alcuni matrimoni e, ovvio, una serie di alberi di ciliegi in fiore che attirano i Giapponesi come il miele.
Malgrado la manifesta perplessità generale, sono serenamente riuscito a fare i biglietti per Kyoto, scegliere la classe di servizio, informarmi sui costi aggiuntivi e sull’ora di arrivo. Sono anche riuscito a prendere due posti affiancati. Come? Banale, io davo indicazioni a Giorgio, e lui diligentemente traduceva nell’idioma locale, aggiungendo del suo per spiegare cosa volessi.
Foto? qualche curiosità di oggi ….
Che belle queste foto Mau! La scalinata al tempio è incredibile con quelle sequoie(?) ai lati. Che il Giappone stia un po’ stretto alla tua esuberanza…? 😉
Posto fantastico, e le sequoie erano impressionanti. Si, il Giappone sta stretto, non solo alla mia esuberanza, ma anche alle mie misure: continuo an incastrarmi di spalle nei passaggi ….
😀 Però a me quella storia dei bigliettini attaccati ai fili piace molto..magari mi faccio in giardino un angolino dove legare, se non le sfighe…non si sa mai che rientrino in casa,…i buoni auspici o i progetti 🙂
Potresti anche lanciare una tendenza 🙂
…sempre io…come al solito faccio casino con gli avatar…(Nuzk)
🙂
Si confermo le foto sono bellissime e ho notato con piacere che, anche tu, non hai resistito dal fare la foto al ciliegio. Belle, davvero belle!
Adulatrice Strega (dal Premio) 🙂
Mi hai fatto morir dal ridere con la storia della scalinata, meno male che saltavi compostamente
🙂 Che belle le foto, gli sposi sono raffinatissimi!
Prossima acciuga ti faccio vedere come si salta compostamente ….
Hahaha 🙂 Io mi immagino la faccia della Cami!!!
Ti sto rispondendo da uno Shinkanzen, il treno proiettile, stiamo andando a 320kmh …
Ma caspita…e come si sta sul treno proiettile?
Ci si sente un’ogiva 🙂
Complimenti a parte per le foto che sono bellissime, mi spieghi l’utilizzo del “pizzino” manco fossero tutti aderenti alla “cupola”?, magari lo adotto anche io.
sono andato a ritroso nei post dei giorni scorsi e ho trovato l’utilitaristica soluzione al fato, o meglio alla sfiga da appendere al filo, a mo’ di biancheria. Mi viene solo da chiedermi se talvolta il desiderio di annodare il pizzino al collo di qualcuno è più forto del nipponico senso del fato della legatura allo spago!
Non me lo chiedere che oggi ho avuto tali difficoltà linguistiche che l’idea dello spago al collo l’ho avuta anche io un paio di volte …
Foto molto belle… “ma ch ete lo dico a fa?”
Però il segno “v” fatto con le dita in ogni foto che i giapponesi si scattano non lo reggo più…
🙂
Si, è un’abitudine diffusissima un filo deleteria …