La prima cosa che ti colpisce a Saigon sono le nuvole di motorini che sciamano senza interruzione ovunque, riempendo ogni spazio libero nelle strade, circondandoti, avvolgendoti come una nebbia di motori a scoppio a due tempi. Uomini, donne, famiglie, carichi commerciali: le due ruote sono il simbolo di una modernizzazione accelerata del Vietnam che sta portando questo stato in pochi anni a diventare una delle economie più interessanti dell’Asia.
Arrivato ieri sera con il timore di dover aspettare per ore il rilascio del visto, in meno di 10 minuti invece sono stato ufficialmente accolto nella Socialist Repubblic of Vietnam, Cộng hòa Xã hội chủ nghĩa Việt Nam in idioma locale, e dalla sua bandiera con una stella gialla in campo rosso.
L’accoglienza poi è proseguita con una nabucodonosor di frizzantino francese, che una cara amica si è premurata di offrirmi nello spettacolare albergo dove alloggio, che mescola il più bel stile coloniale all’efficienza di un brand eccellente: semi-ciucco, dopo una settimana da completo astemio, ho esternato i miei entusiasmi facendo allentare i miei freni inibitori (notoriamente laschi) e la mia timidezza (proverbiale), ho dichiarato che il posto mi piace alla grande.
Stamani ancora una giornata di lavoro serio, ma domani solo turismo e fotografia: ad majora quindi!
Una sola immagine che ho scattato davanti all’albergo: oltre alla densità di due ruote c’è la tipicità dell’abbigliamento fashion che mi fa impazzire ….
Non vedo grandi differenze con una qualsiasi strada di Genova 🙂