In primavera, a Saigon, ho fatto tappa dentro uno dei tempi buddisti che catalizzano la maggioranza confessionale del paese, oltre a visitare il posto dove il monaco Duc si è immolato a difesa della sua fede. Mi colpisce sempre la presenza di incenso, che con un sottile fumo arde a preghiera. L’uso liturgico dell’incenso è comune, come molto altro, a numerose religioni.
Ho fatto, quasi dieci anni fa, un viaggio alla ricerca della città da dove i Re Magi erano partiti secondo i Vangeli Apocrifi, la mitica Salalah nel sud del Sultanato dell’Oman: deve la sua fama alla ricca produzione di incenso, che altro non è che una resina oleosa che deriva da arbusti presenti nella Penisola Arabica e nell’Africa Orientale. Mi ricordo la sorpresa nel trovarne a sacchi interi nei mercati e, a seconda della rarità, ai prezzi più disparati.
Foto di oggi? Incenso fuori del Buddha Tooth Relic Temple (Singapore) e spirali appese fuori della Xa Loi Pagoda a Saigon (Viet Nam)