Il Piero (ortodosso trotzkista) ma ha adottato da qualche anno, considerandomi suo discepolo, degno di tramandare la lunga tradizione di edonismo che ha caratterizzato la sua ottuagenaria vita, costruita sul mangiar bene, bere anche meglio, su una passione grandiosa per l’opera e il teatro e anche su una certa assidua frequentazione di luoghi che la legge Merlin ha chiuso, relegandoli ai suoi romantici racconti.
Già da qualche anno sono stato iniziato al rito del “cotechino del Saronni”: dopo aver sentito che non mi piacevano particolarmente gli insaccati di maiale cotti, il Piero, alzando gli occhi al cielo e appellandosi a Bacco per un perdono nei confronti di un sacrilego, ma ha portato da assaggiare un prodotto di un livello qualitativo tale che non solo ne ignoravo l’esistenza, ma che mi ha guidato anche la conversione e il ripensamento sulla tradizione culinaria.
Il Saronni, un tempo macellaio in Cremona e fornitore del Peck di Milano, oggi su prenotazione prepara una piccola produzione di cotechini e salami, fornendoli solo ai Cavalieri della Sacra Cotica e Del Lardo Spalmato sul Pane Caldo (ordine templare della forchetta): devo accettare di raggiungere il suo laboratorio bendato, come quando voglio intervistare i capi tribali nel nord dell’Afghanistan, e, grazie all’intercessione del Piero, posso anche io, ex-infedele del maiale, ottenere un paio dei suoi insaccati.
Oggi (ieri per chi legge), complice anche il nevischio e la temperatura invernale, il Piero ha ritenuto giunto il momento per un’altro livello della mia iniziazione, portandomi alla Lucciola (nome equivoco, ma è solo una trattoria sul fiume Po).
Giocatori di briscola che ritmavano il giro delle mani con secche bestemmie articolate dai semi delle carte (“Dio Re Di Bastoni Madonna eh!” tanto per citarne una), copie sbiadite dell’Unità e una foto di Gramsci alla parete (a fianco ad una di Audrey Hepburn, per essere corretti nel racconto), e un’assenza totale di acqua in bicchieri, brocche, calici e bottiglie sparse sui tavoli: qualsiasi contenitore o recipiente conteneva, in quantità variabili, vino.
Piero ha ordinato due Malvasie secche e qualche polpetta.
Al secondo giro di Malvasia ho scambiato il mio vicino di tavolo Lev Trotzkj, fondatore dell’Armata Rossa che, dopo essere fuggito dall’Unione Sovietica in pieno dissidio con Stalin, fu assassinato da un suo emissario nell’Agosto del 1940 nella sua casa in Messico dove si era rifugiato. Il tipo, al mio “Как ты, мой друг” (“come stai, amico mio”), ha subito chiesto un’intera bottiglia del vino che stavamo bevendo e suppongo mezzora dopo stesse cantando perfettamente l’Inno dell’Unione Sovietica che dal Marzo del 1944 aveva sostituito l’Internazionale.
Abbiamo abbandonato i giocatori di briscola, i bestemmiatori e i vecchi comunisti per proseguire verso Vescovato, e raggiungere un posto dove si proclama il trionfo del carrello dei bolliti, incontrando anche il parroco del paese, intento a raccogliere un obolo alla gloria della sua chiesa e del suo palato. Soprannominato “Don Perignon” per la sua colta e decisa passione alcolica, il prelato non fa mistero di gradire cibo e bevande, impegnandosi tutti i giorni nel santificarne le delizie.
Inutile condividere l’esagerazione alimentare: l’apporto proteico del pranzo è stato pari a due mesi di caccia di un Tyrannosaurus Rex.
All’uscita ho agguantato un barattolo di Citrosodina e me lo sono spremuto in gola, ho piazzato sul CD dell’auto “Hasta Sempre Comandante” e, urlando entrambi in coro il ritornello “Aquí se queda la clara, La entrañable transparencia, De tu querida presencia Comandante Che Guevara“, ho inforcato la strada del ritorno all’andatura da pensionato.
Qualche immagine della giornata ….
ahhh la mitica “boccia cremonese”!!
Ti darò una dritta, senza nulla togliere alla tua ovviamente, su dove prendere il gioiello lombardo e fartelo incastonare direttamente sul panino! (…dato il fidanzato cremonese/buongustaio/tradizionalista e moooolto bolscevico!).
Devo scendere almeno sotto i 100kg durante il 2014, avresti mica una dritta per una foglia di lattuga tra due zucchine (ovviamente mooooolto scondite e bolsheviche)?
Giornata gloriosa! Non so perché mi vengono in mente Peppone e don Camillo. In queste terre, volendo, si può fermare il tempo! Buona domenica 🙂
Grande il Giovannino Guareschi ….
Belle foto di una bella giornata.
E’ inutile, i luoghi e i personaggi “d’altri tempi” hanno un fascino che ora non esiste più.
Peccato perchè prima si che si mangiava e si beveva con gusto.
🙂
Devo confessarti che, con la giusta compagnia, anche oggi si mangia e beve di gusto 🙂
Allora c’è ancora tempo! Spalmati la boccia cremonese e poi per dessert il “bissulan” di Soresina, tipico dolce povero nel quale spremono direttamente una mucca vista la quantità di burro che contiene! 🙂
Invidio te e i salami che t sei sbaffato…
Nostalgia, eh? 🙂
Non sai cosa darei per un bel pane e salame d’altri tempi!!
mannaggia, non posso nemmeno dire che te li porto io a fine gennaio, sai come sono rigidi i controlli sul cibo all’immigration ….
ma stai scherzando??? ho visto gente appesa accanto ai salami che avevano portato con loro appena prima della dogana, era un monito per altri italiani temerari che volevano sfamare i loro poveri connazionali, privi dei beni di prima necessità! scherzi a parte, non ci manca niente, solo golosità!!
Un trionfo! Che meraviglia di post!
Ciao Maurizio, a presto!
Adoro… 🙂