Stamane ho dovuto far appello alla razionalità: ho scavato nelle mie reminiscenze illuministe, raschiato l’empirismo e lo sperimentalismo, martellato l’epistemologia e plasmato la matematica. Il mio corpo rifiutava strenuamente di considerare “vera” l’informazione sul display del telefono che mi comunicava fossero le 6:20 di mattina, l’ora di alzarsi per cominciare a scendere nella miniera virtuale del mio lavoro a picconare per guadagnarmi la pagnotta quotidiana.
Lo so, malgrado l’allenamento di oltre 30 anni di viaggi, il pretendere di assorbire 8 ore di fuso orario e 13 di volo nello spazio di una notte è come voler competere nel mondiale di salto con l’asta usando una cannuccia di Starbucks come molla.
Dopo un lunedì mattina che mi ha visto martellare peggio di un fabbro sulla tastiera alle 4:30am, un martedì cominciato alle 2:30am e poi la notte in aereo, un breve mercoledì dove ho rincorso i fusi orari, stamani (ieri per chi legge) il facocero che è in me si stava arrendendo all’evidenza della stanchezza epocale. Manco l’idea di un buffet breakfast mi stava motivando a sollevare la palpebra, poi, facendo appello a un imprecisato senso di deontologia, mi sono teletrasportato sotto la doccia, riuscendo ad articolare finalmente un grugnito e due bestemmie per la mancata regolazione della temperatura dell’acqua.
L’abbigliamento di stamani, nel concetto americano di “upper-business casual”, prevede solo l’assenza della cravatta, ma comunque la giacca di ordinanza e i pantaloni con la riga da bravo ragazzo. Uscito dall’ostello dove dormo, girato a sinistra su Scott Rd., proseguito fino all’incrocio con la Orchard, sceso nel sottopasso, raggiunto la stazione della MRT con il regolare schianto sulla mia massa granitica di una tipa-asian che a testa bassa stava giocando a candy-noodles sul suo palmare fucsia, sono entrato nella metropolita che a quest’ora ha la stessa rapida frequenza di un M16 con il selettore aperto, e ho sentito un botto sincronizzato.
Erano i miei 12,874,512 pori della pelle che, in modo totalmente coordinato, dopo essersi trattenuti fino allo strenuo, emettevano liberatorie gocce di sudore per tentare di raffreddare l’epidermide e, di conseguenza, il resto del mio corpo. Zampillavo tanto che Ester Williams sarebbe potuta passare sulla mia fronte sugli sci d’acqua con figure acrobatiche di gruppo come in molti dei suoi film.
La camicia fresca e pulita mi faceva causa istantaneamente e si pezzava peggio che una tutina leopardata attillata addosso ad una spogliarellista obesa. Quando ho raggiunto la reception del mio ufficio a City Hall, mi hanno chiesto se fosse già iniziato il monsone quotidiano e la pioggia mi avesse sorpreso mentre attraversavo a piedi sulle acque lo stretto di Malacca. Ho mandato a cagare l’intero piano, confermando la leggenda che mi vuole un rissoso umorale e intrattabile.
Ovvio poi l’aria condizionata siberiana dell’ufficio mi abbia fatto congelare addosso il tutto e sia emerso dalla prima riunione agghindato come uno yeti con ghiaccioli che mi pendevano da ovunque: poi ci si sorprende se ogni tanto mi becco un raffreddore. Il commento di un collega, citando Confucio nei suoi Dialoghi del 479aC, è stato “È nel momento più freddo dell’anno che il pino e il cipresso, ultimi a perdere le foglie, rivelano la loro tenacia.“. Ovvio adesso parli a fatica, visto i punti della cucitrice che si trova sulla lingua.
Foto di oggi? Quello che vedo dalla finestra del mio ufficio …
Fantastico Maurizio!! Sono in ufficio, sono le 7.07 e sto ridendo come una cretina. La signora delle pulizie, che tanto rispetto e timore aveva della mia persona, ora mi sta guardando con compassione e misericordia.
Grazie!
Joh
Io a singapore, sotto un cazzo di monsone, e con un meeting dalla parte opposta della città. Sudato come uno schiavo sumero …
Però stasera a cena ravioli al vapore? Tienti su con l’idea delle prelibatezze che ti aspettano…
“stasera” ho già cenato (e domani faccio vedere una foto), visto che ho una call che comincia alle 21 e termina alle 22:30 ….
Ciao Mau,
Oggi stiamo passando la giornata di Natale in famiglia, chiacchierando, guardando foto, sfogliando il web, etc.
Per farci 4 risate mi ero tenuta aperta questa pagina del tuo blog. L’abbiamo letta insieme e stiamo ridendo da 10 minuti.
Grazie.
Continua così, ciao.
Continuo cosí e collasso! Auguri ….