“I’ve been on calls with Australia, Singapore and Dubai this morning, then Ukraine pops-up and a few African Countries, and later in the day I’m on the phone with Costa Rica”, ho detto stamani in videoconferenza ad un collega mentre sputavo i polmoni sullo schermo. “Mau, you have the ‘time and expenses’ on which the sun never sets“, “hai la nota tempi e spese sulla quale non tramonta mai il sole” mi ha risposto con una citazione ironica.
Ieri ho sacramentato per oltre un’ora processo quindicinale per il report di ore e spese: 5 differenti valute in un bolo primordiale di ricevute e scontrini che poi provocano l’eccitazione mistica di qualche oscuro individuo che ci fa sopra le pulci. Ormai mi sono adattato alla mentalità di chi non comprende cosa possa succedere nei paesi in cui io viaggio, e le ricevute dei taxi che ogni tanto mi danno sul retro di carta di giornali locali le tengo solo per ricordarmi quanti quattrini ci rimetto di tasca mia andando a spasso per i quattro angoli del pianeta.
Ho tristemente cancellato il viaggio in Africa previsto per Sabato, tristemente perché era un impegno pro-bono come fotografo per una NGO che opera in Burundi, South-Sudan, Nord dell’Ethiopia e Somalia. Il mio medico sostiene che sia meglio io aspetti ancora qualche giorno prima di martellarmi con l’antimalarica ed essere esposto ad un cocktail di germi e virus da fare la felicità di qualsiasi laboratorio di bio-terrorismo. Vedrò di programmarlo al rientro da Tokio, dopo un’altra scappata in Asia, tanto per non farmi mancare qualche secchiate di ore di volo.
Sto versandomi lo sciroppo per la tosse in un bicchierino da grappa, per tirarmi su un filo il morale: un disastro.
Foto? A parte un’apparizione in ufficio non ho messo un piede fuori casa: fatemi recuperare ancora tre immagini di Yangon, a partire con delle marionette impiccate un filo inquietanti …
La domanda sorge spontanea: ti hanno già dato la tessera “millemiglia” di platino, come nel film Up in the Air, con George Clooney?
In secundis, hai mai pensato di scrivere una guida pratica su come sopravvivere alla compilazione della nota spese senza l’ausilio della matematica boleana per viaggiatori dei paesi “emergenti”?! Vorrei essere meno aulico nel definire alcune tue destinazioni, ma mi tratterrò per pudore e una malcelata invidia.
Un abbraccione my bro.
Bro, sono arrivato a 3 di quelle tessere: quando entro in aereo, spesso il comandante viene a salutarmi per ringraziarmi del fatto che l’intero aereo e gli stipendi della crew son pagati con i miei biglietti .. lascia perdere.
Standing cime di rapa, as usual!
Con tutte quelle ricevute da chiedere e conservare l’aspetto burocratico del tuo lavoro deve essere un incubo…
Però almeno puoi contare sul fatto che, in caso di avaria, l’equipaggio dell’aereo ti salva di sicuro!
🙂
Vorrei allargare i tuoi orizzonti gastronomici sul tacco d’Italia con il tegame (in lingua locale “la tiella”) riso, patate e cozze. Una specie di paella barese!
Tiella rules! Ho aumentato la salivazione ….
Hai tutta la mia solidarietà e comprensione! Porto ancora nel cuore la ricevuta a forfait pretesa dal mio segretario di redazione per le spese di vitto nei gioiosi 3mesi passati a Belgrado sotto le bombe della Nato, che naturalmente mi feci poi rilasciare e firmare (in cirillico) dal mio fornitore al mercato nero: Manko Pukazo (traduzione in caratteri latini).
Mitica! Pulizer per l’ironia immediatamente riconosciuto!