Erano quasi le tre di mattina, il 2 Luglio 1950, quando Hayashi Yoken si alzò dalla sua lunghissima meditazione. Hayashi aveva da poco iniziato il suo noviziato come monaco, ma si rendeva conto che lo zen lo stava ispirando.

Erano ormai mesi che si concentrava sulla perfezione del parco e del Rokuon-ji (“Deer Garden Temple”), il tempio buddista zen costruito intorno al 1400, durante il periodo Muromachi (1337-1573), dove l’arte della composizione dei giardini aveva raggiunto il suo splendore. Era anche il periodo nel quale l’Imperatore aveva deluso la casta dei samurai, e questi lo avevano deposto in armi, confinandolo in prigione:  Ashikaga Takauji era stato nominato primo Shogun.

Havyashi si alzò, si rese conto che, per raggiungere la perfezione di quella visione doveva conservarla unicamente nella sua mente, distruggendo per sempre quella reale. Si alzò e diede fuoco a quello che è considerato il più importante tempio del Giappone, a Kyoto, radendolo completamente al suolo.

Arrestato, processato e condannato, venne poi liberato con la conferma che le sue schizofrenie ne avevano fatto un malato di mente.

Il Padiglione Dorato venne poi ricostruito fedelmente nel 1955, con un eccellente lavoro di restauro storico, incollando le foglie d’oro che ne ricoprono gli ultimi due piani. I tre stili che lo compongono (quello di un palazzo al piano terra, di una casa samurai al primo, e di un vero tempio zen l’ultimo) furono rispettati fedelmente, come l’uso dei materiali e degli utensili.

La giornata a Kyoto era spettacolare, come si può vedere dal colore del cielo. Una curiosità nelle immagini sotto la merita la serie di candele votive, dove si riafferma la “tangibilità” della fede attraverso le specifiche “grazie” che vengono richieste ….

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It's been almost 50 years that I travel across the word (and the 7 seas), on business or vacation, but always carrying with me a Leica camera. I started keeping this kind of journal a while ago. Even if sometime I disappear for ages, I'm then coming back with semi-regular updates: publishing is a kind of mirroring of my state and emotions, and you need to take it as it is. All published photos are mine.

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