Basta, è ora di prendersi un attimo di pausa: poso il piccone, appendo il caschetto al chiodo, spengo la lampada a carburo e risalgo in superficie. Ho ancora un po’ di roccia da spaccare ma, cazzo, vediamo un attimo di che colore è il cielo prima di continuare con il lavoro.
Piccola digressione. La lampada ad acetilene (o a carburo) è stata un’importante innovazione tecnica nell’ambito del lavoro minerario dei primi del 1900: andando a sostituire il petrolio come combustibile, forniva molta più luce senza generare fumo. La fiamma è generata bruciando il gas di acetilene, prodotto dalla reazione chimica del carburo di calcio con l’acqua e uno specchietto concavo aumentava l’intensità della luce, riflettendola.
Oggi l’industria mineraria utilizza tecnologie importanti e macchine dalle dimensioni impressionanti. Ho visitato a fondo un impianto minerario in corso di realizzazione nel Gobi Desert, in Mongolia, un paio d’anni fa: lavoro altamente pericoloso quello del minatore anche oggi, e il progetto che mi ha portato a dar calci ai sassi gialli di quel posto segnalato dal blu del Buddha è lo “zero casualities”. Zero casualities ha l’obiettivo, attraverso formazione, tecnologie e innovazione di tutti i processi estrattivi, condensativi e di logistica, di azzerare qualsiasi tipo di incidente nell’ambito del processo minerario e di salvare vite umane.
Foto? Stamani sono a Genova, sono uscito a bere un caffè, ma la miniera era ancora chiusa …
Buon cappuccino… A quest’ora il bar avrà aperto… E buon relax genovese! 😎 🙂
Adesso provo a tornarci … 🙂
Bentornato 🙂
Iniziare la mattina con caffé e brioche al bar, tra le voci degli avventori e i rumori delle tazze e della macchina per il caffé, è la cosa più bella in assoluto!
Le borse asiatiche riportano che l’indice QVDM è in salita! (“qualità della vita di Mau”)
Sono l’unico che non ha visto l’insegna del bar e si è chiesto se la scuola guida S.Lorenzo (protettore dei neopatentati o dei pedoni?) facesse anche prime colazioni?
Sto decisamente invecchiando..
🙂
Troppe polpette …. 🙂
Non sai quanto hai ragione Maurizio. Sono in una fase sferica, appallottolo anche le bistecche…
🙂
Mandami per posta una brioche o, a tua scelta, un’acciuga fritta: sono apprezzate entrambe.
Vada per l’acciuga, con un bicchiere di Pigato!
Con la tua digressione sulle lampade a carburo mi hai fatto tornare in mente il periodo che andavo per grotte a fare foto per la tesina, prima di laurearmi. La meraviglia di rimanere in silenzio nella grotta completamente buia dopo aver posizionato la macchina e poi far scattare alcuni flash qui e là per illuminare i punti più belli. Quanti ricordi…. 🙂
🙂 devo recuperare le foto che ho scattato in Oman, nella catena dell’hajar: mi avevano invitato a visit era la Hota Cave prima che aprisse al pubblico e ho scatti al lume di candela …
wow che romantico 🙂
A Trieste ci sono delle grotte bellissime alle quali accedi solo se hai le chiavi. C’è un silenzio particolare in quelle grotte che ti permette di vivere emozioni e sensazioni insolite soprattutto se ci vai da solo o con qualcuno che ha la pazienza di starsene fermo in silenzio ad ascoltare.
Ho fatto il militare a Villa Opicina 🙂
Una botta di vita quel posto… 😀 però è vicino alle grotte che dicevo… Ecco il perchè di un anno a Trieste. Dovresti proprio tornarci è una bellissima città 🙂