Le prime tracce sono state trovate a Babilonia, e sono datate intorno al 2.500aC, ma la tradizione riconosciuta è ad Aleppo (in Siria) o a Nablus (in Cisgiordania): in un calderone di pietra viene scaldato l’olio di oliva, insieme all’acqua e all’idrossido di sodio (la soda caustica), e poi si aggiunge alloro o altri aromi che conferiscano all’impasto un piacevole profumo. È il procedimento più antico conosciuto per fare il sapone.
Il sapone viene poi lasciato a maturare all’aria aperta e il colore verde iniziale (dovuto dalla clorofilla presente nell’olio) si ossida, virando in varie tonalità di giallo.
Con le Crociate il sapone si è cominciato a conoscere in Europa e alcune aree sviluppano localmente la sua produzione: in Castiglia (Spagna) e in Italia (Savona, Venezia), poi in Francia a Marsiglia dove, a partire dal XII secolo, la specializzazione unita ad una attenta regolamentazione qualitativa fece costantemente progredire l’industria fino a picchi produttivi di 180mila tonnellate nei primi decenni del 1900.
Negli anni successivi la Seconda Guerra Mondiale i saponi di sintesi entrarono sul mercato, spazzando via quasi integralmente questa industria. Oggi siamo tornati a produzioni e distribuzioni di nicchia.
Foto? Il santuario del sapone di Marsiglia, in cima a Via Canneto il Lungo, verso Porta Soprana: una drogheria dove passo spesso. Che ci fa una tavoletta color-checker in cima alla pila di stecche e cubi di sapone? Ovvio che stessi scattando delle immagini da pubblicare, ma questa è una storia che vi racconto a Ottobre …
Drogherie come quelle sono per me luoghi di perdizione! 😉
Buone foto, buone passeggiate genovesi 🙂
Back to Milano & in miniera! 😦
Affascinante. Il processo di saponificazione è rimasto inalterato per millenni. Ah, se solo restasse inalterato l’uso costante del prodotto da parte di tutti….
si, purtroppo l’uso comune non è così consolidato …. 😦
Dovrebbe essere tutto naturale, altroché sapone industriale! Adoro il sapone di Marsiglia 🙂