Quasi quaranta anni fa Mabalo Lokela, preside della scuola di Yambuku in DRC, decise di guidare un piccolo gruppo della missione locale lungo il fiume che segna il confine con la Central African Republic, spingendosi nella foresta tra il 12 e il 22 Agosto 1976.
Qualche giorno dopo il suo rientro, il 26 Agosto, Mabalo cominciò ad accusare un malessere simile alla malaria: febbre, forte sudorazione, vomito e dissenteria. Malgrado la terapia a base di chinino le condizioni continuarono a peggiorare, cominciando anche emorragie diffuse. L’8 Settembre Mabalo morí e secondo la tradizione locale la famiglia e gli amici prepararono il suo corpo per la sepoltura, lavandolo e avvolgendolo in un telo. La maggior parte di loro si ammalò e morì nello spazio di poche settimane. L’ospedale della Missione aveva utilizzato degli aghi non sterilizzati e ospitava i pazienti in spazi comuni, aperti anche a visitatori: 318 persone si ammalarono, 280 morirono.
La malattia si diffuse anche nel vicino Sudan, provocando altri 284 casi, con una mortalità pari a oltre 90%.
Il fiume lungo il quale Malabo, il primo caso identificato di questa nuova e devastante malattia, era stato infettato era l’Ebola River. Malabo è il “paziente uno” di Ebola, la febbre emorragica.
Il virus Ebola è talmente resistente da sopravvivere nello sperma oltre 50 giorni dopo la rara guarigione di alcuni pazienti: in assenza di vaccino o terapie antivirali, la malattia si combatte attraverso la sua più grande debolezza, la rapidità nell’uccidere e quindi con azioni volte all’impedire il contagio, con la morte di tutti gli infettati. Crudele certamente, ma drammaticamente vero ed efficiente. Ebola si trasforma da problema sanitario a problema di ordine pubblico e di sicurezza.
La diffusione in città come Lagos o Free Town potrebbe provocare milioni di morti nello spazio di pochi mesi.
Foto? Nel 2011 ero in Africa …
Leggendo i giornali on line, l’impressione è che ci siano moltissimi fronti aperti soprattutto guerre. Di Ebola avevi parlato tu in un altro post diverso tempo fa ma anche ora, almeno all’apparenza, mi sembra che lo stiano sottovalutando. Altra situazione di cui non si riesce a trovare quasi nulla è l’avanzata degli estremisti dell’Isil che sono ormai alle porte della Turchia. La sensazione è che possa bastare un nulla per far precipitare tutto
ISIL è arrivato a occupare le zone Kurde da un lato, conquistando importanti giacimenti (che danno fondi a sufficienza per nuove armi e addestramento migliore delle proprie truppe), e al confine con il Lebanon dall’altra parte: Bagdad è adesso attaccata anche da sud. Il web viene inondato dagli esempi dell’intolleranza religiosa che guida le loro azioni: dalle esecuzioni di massa alle decapitazioni, alla distruzione di arte e storia.
Avevo scritto tempo fa che questo preoccupava da mesi Beria e me, e purtroppo dimostro ancora una volta che il mio lavoro di “predirre il futuro economico e politico” di aree ad alto rischio lo so fare veramente bene ….
Tempi veramente duri in arrivo.
Le notizie delle ultime ore parlano di possibili casi di ebola in “occidente”, anche con l’impiego di un vaccino sperimentale. Occidente a cosa non mi è dato di capirlo…. solo occidente!
Quello che trovo sconvolgente, non è l’epidemia in se per se, la storia ci insegna che ahimè ciclicamente capitano epidemie, o peggio ancora pandemie, più o meno gravi, ma che qualche “buontempone” in anni passati – e speriamo solo in quelli – abbia pensato di mettere ebola in bottiglia, forse per trovare una cura, o forse per possibili impieghi alternativi.
Mentre, faccio fatica a comprendere i movimenti in MO. Non riesco a trovare spiegazioni, se non di carattere economico, a fenomeni come l’ISIL. Parlando con la gente, spesso sento dire, ma perchè non vengono bloccati dall’ONU, dagli States, dai boy scout, ecc.
Dal mio punto di vista, e sono sicuro di sbagliarmi, quando nazioni, o meglio, interessi terzi, si intromettono in equilibri locali, prima o dopo la sconti.
Vedi l’IRAQ, prima hanno voluto l’abolizione del potere degli ayatollah, spingendo la presa di potere di Husayn, o la Libia con Gheddafi, o il Cile con Pinochet, ecc.
Non so se sperare – o credere – che una “spinta” esterna sia una la cosa migliore, più corretta, logica e auspicabile, o se invece è meglio stare a guardare!
Mentre per quanto riguarda Israele, credo che dovremmo smettere di sostenere uno stato che combatte il terrorismo moderno, ma che fonda le sue radici su di esso. La lotta al libro bianco del 1939, l’attentato all’hotel King David, la Banda Stern, il massacro di Qibya oridinato da Ben Gurion (gli hanno dedicato l’aeroporto) e messo in atto da Sharon, ex primo ministro, ecc.
Non sono un simpatizzante del movimento palestinese, e nemmeno di quello ebraico, ma credo che il debito sia stato pagato e che sia giunto il momento di girare pagina, di mettere “entrambe” i contendenti alla sbarra e di obbligarli a trovare una soluzione, a mo’ di conclave.
Ebola è una di quelle cose che mi spaventa molto, come tutte le cose che non hanno soluzione. La natura ha sempre funzionato così: epidemie violentissime che falcidiavano; sopravvivevano i più forti e gli esseri viventi nei millenni si sono evoluti rafforzandosi. E’ che di fronte a queste cose, nel 2014, l’atteggiamento scientifico darwiniano va un po’ a ramengo e rimane la paura di chi è abituato a curare le malattie, a trovare soluzioni…
“Tempi veramente duri in arrivo”: ahia! Non so che cosa significhi un nuovo equilibrio, né di quanto tempo il mondo avrà bisogno per raggiungerlo, ma credo che non sarà un miglioramento rispetto a dove stiamo ora…
Non metto il mi piace perché l’argomento è triste e mi sembrerebbe una cosa senza senso però ho apprezzato molto questa storia che racconti, non la conoscevo.
Anche a me spaventa questa epidemia, lo scenario che si prospetta in certi paesi africani è davvero inquietante, spero che tu non debba andare da quelle parti nel prossimo futuro.