Il termine “halal” viene spesso riferito al cibo che i fedeli di religione mussulmana possono mangiare: storicamente però si riferisce ad uno dei 5 termini (al-ahkam al-khamsah) che regolano la moralità delle azioni nell’Islam. “Fard” (obbligatorio), “mustahabb” (raccomandato), “halal” (permesso), “makruh” (evitabile), e infine “haram” (proibito).
A fianco alla proibizione di alcuni alimenti (come la carne di maiale e le bevande alcoliche), è interessante la definizione del processo di macellazione degli animali, che deve essere compiuto da un mussulmano, invocando prima il nome di dio “Bismillah” (“nel nome di dio”), seguito da una triplice invocazione “Allahu akbar” (“dio è grande”).
L’animale deve poi essere sgozzato con un coltello, ma non decapitato: la spina dorsale deve rimanere intatta e poi fatto completamente dissanguare. Ci sono pareri discordi su questa pratica: chi ritiene sia violenta e chi (i mussulmani) che invece provochi una morte istantanea con la recisione delle arterie principali.
Foto? Carne halal …
Un po’ inquietante questa macelleria e il fatto che ci portino i bambini senza alcuna preoccupazione. Qui siamo iperprotettivi con l’infanzia.
Dovresti vedere le immagini che ho scattato nel Tikka Market, a Little India, qualche mese fa … 🙂
Ecco, un panorama di carne motiva seriamente a diventare vegetariani! 🙂
In effetti non è cosí invitante … Ho visto di peggio comunque, in Africa 🙂
Sì sono foto come al solito perfette ma trasmettono qualche pensiero di natura umana. nella seconda, infatti i due lavoratori si grattano fronte e nuca, segno di preoccupazioni e pensieri. Che non credo siano riferiti al tanto dibattuto e stra parlato argomento dell’articolo 18. Loro credo abbiano altri tipi di problematiche. Buon lunedì e buon caffè! Non mi hai detto se conosci il gusto “giovanna”, riferito al gelato! Un abbraccio al mio Orso Mau preferito.
Se vogliamo mangiare la carne dobbiamo accettare l’uccisione dell’animale. Il quale purtroop (o per fortuna) non può mai convalidare la pratica che mette fine al suo essere vivo.
Io non ci trovo nulla di strano nel portare i bambini in macelleria. Penso che sia più educativo che farli stare ore dentro un centro commerciale mentre le mamme provano vestiti…
🙂
Beh, come non darti ragione 🙂
D’accordissimo. Non è educativo portare i figli soprattutto le femmine a vedere una mamma che si cambia d’abito dieci volte, è più importante trasmettere la forma del risparmio che indurre a spendere. O se si è costretti a comprare un paio di pantaloni nuovi, almeno spendiamo con giudizio trasmettendo loro la lezione dello spendere in modo oculato solo quando ve n’è veramente bisogno. Detto questo, personalmente se io fossi un insegnante la terrei proprio come ultima spiaggia la visita al macello. Io ne visitai uno, mille anni fa da bambina, con mio padre. Non ne ho un buon ricordo e mi è rimasto quell’odore di carne sanguinante misto all’odore di morte che aleggia in quelle sale da autopsia. Se mi concentro lo sento bene nelle narici quell’odore….preferivo le gite al mercato di non so dove e quelle stoffe meravigliose che fotografasti. Noi donne ti chiedevamo tutte un foulard o una pezza da portarci a casa! ma che colori splendidi!
Sì, di peggio: in Tunisia, a Tabarka (meno turistica di altre località) vent’anni fa, in agosto, avevano ancora la carne appesa fuori dal negozio… caldo & mosche…
Ho visto cose che voi umani ….
ma soprattutto.. che caspita ci facevi in una macello???
una passeggiata … 🙂