“Ma come ti chiami?”. “Anita“.”Non mi dire che vai sempre a mangiare nella sala Garibaldi, vero?”.”Lo sai, mi sembra una battuta del cazzo“. “Si, concordo, è una battuta del cazzo”. Ogni tanto ammettere i propri errori è sano.
Il fucky di James Brown non potrebbe essere più appropriato come base per un bicchiere di vino, mentre sono alla Cooperativa La Liberazione a Milano: Rudy si aggira con un preciso ordine nella mente e Lory versa bicchieri per chi conosce e per chi si affaccia per la prima volta. L’ho già detto, qui ci mangio bene, ci bevo bene, ci parlo bene, ci fotografo bene, ci vivo bene.
I feel good, I knew that I would now
I feel good, I knew that I would now
So good, so good, I got you
I feel nice, like sugar and spice
I feel nice, like sugar and spice
So nice, so nice, cause I got you
La sensazione che si respira è bella e c’è uno sguardo di benvenuto per chiunque: per chi ordina un chinotto e un’acqua gassata, per chi non finisce la sua birra ma ne vuole un altra pinta fresca, per chi si siede al leggere inforcando gli occhiali, per chi raccatta le ultime patatine e chiede se la focaccia è finita.
Passo quasi mezz’ora ad aspettare gli ospiti della cena: sono arrivato in anticipo e voglio scattare delle foto sbagliate, mosse, sfuocate ma vere…
sono felicemente contenta di averti presentato sorella Liberazione 🙂
Sei un poeta della verità. Aiuti le giornate a essere belle.
Buon pomeriggio 🙂
Adulatrice lavoratrice!
Trovo la ragazza dai capelli rossi molto carina mentre quella al bancone sembra una sindacalista a un convegno pro abolizione dell’articolo 18.. eh eh eh
Marpione! 🙂