La giornata, cominciata a schifio con una bella secchiata di chilometri, passata a schifio con un meeting rimandato, continuata a schifio per un acquazzone di casini assortiti che mi hanno colpito come quando esci con il vestito buono e le scarpe da prima comunione per il meeting della tua vita (professionale) e un’auto ti schizza fango e guano addosso alla tua immacolata e virginea camicia bianca, la giornata, dicevo, ha avuto un sussulto positivo.
“Sussulto positivo”, chiamiamolo più una extrasistole di culo, nel senso pedagogico di “fortuna”: è pronta la registrazione del mio contratto d’affitto, e quindi mi posso fare attaccare l’energia elettrica e cominciare ad arredare casa.
La notizia è stata accolta con gioia da parte delle mie valigie che ormai mi seguono peggio delle borse sotto gli occhi, e con costernazione dalla mia carta di debito, visto che sono andato in 30’ liberi a comprare gli elettrodomestici e cominciare a indirizzarmi verso un vivere quasi normale.
Sono entrato da Carrefour, arpionando un commesso di Bangalore. Cucina, frigo, lavatrice, lavastoviglie, micro-onde e aspirapolvere: ho fatto giornata, e mi consegnano il tutto con 6 spedizioni differenti (qui il dio della logistica non ha seguaci) nel corso del pomeriggio di Mercoledì che sarà consacrato alla bestemmia.
Stavo per imolare sul POS la mia carta quando il commesso, con splendido accento curry mi ha chiesto “Don’t you need a TV boss?”, che oggi tutti mi chiamano così, deve essere la nuova moda. “No, I don’t watch tv” è stata la mia serafica risposta, ma poi ho pensato che chi mi viene a trovare magari potrebbe gradire, trovando invece la mia compagnia noiosa e soprorifera e ci ho ripensato “What you have on sale?”.
Qui se non hai una TV di 294 pollici non sei nessuno, l’ho capito subito quando mi hanno messo davanti a uno schermo curvo di almeno 2 metri per 4: per fare lo spiritoso gli ho chiesto se devi andare nella casa difronte per una corretta visione. Sense of humor zero: “No boss, you can stay in your place, why do you want to go elsewhere?”. Mi sono raccattato un Brionvega in bianco e nero che gli addetti manco volevano toccare dallo schifo. Sic transit gloria mundi, sic me futte un cas.
Foto? Quello che vedo adesso dal terrazzo: stanotte dormo qui …
Ah ah ah! Il Brionvega in bianco e nero, che meraviglia! Tu sai che io ho ancora i televisori col tubo catodico? E vanno come dei fulmini 🙂
Spero che dalla finestra della tua nuova casa tu abbia una vista come questa…
la vista è simile, solo da un filo più in alto …
Oh mica male il paesaggio (e la foto)!
Il commesso e l’umorismo non abitano sullo stesso pianeta, evidentemente. Io sarei morto dalle risate. Con Brionvega hai citato un pezzo di storia del miracolo economico italiano. Appena posso mi compro un bel cubo… 🙂
Il commesso era socievole come un chicken vindaloo! in termini di pezzi di storia, Sabato mattina ho visto delle calcolatrici elettromeccaniche degli anni ’60 che sono spettacolari, e un distributore di benzina del 1950 … sono tentato … 🙂
Evitiamo almeno il distributore di benzina! 🙂
è spettacolare … 🙂
Sì, magari lo metti in cucina come spillatore per la birra…
Bella l’idea della pompa di benzina in casa, da cui magari scende vino rosso.
Sarebbe eccezionale.
Roba da sogno … mi commuovo a pensarci!
Senti, a Ziano Piacentino, a 1800 mt dalla mia casa di campagna, la cantina sociale ha una mescita aperta al pubblico: in mezzo ci sono sei pompe di benzina- pardon di vino !- sotto le quali ti puoi mettere con il tuo bidoncino o damigliana e scolarti quanto Gutturnio, Pinot Grigio o Bonarda vuoi. Volendo ti puoi anche attaccare direttamente alla pompa, basta che dopo paghi il consumo.
Io purtroppo, dopo l’operazione all’ulcera (avevo 45 dipendenti), non bevo altro che acqua minerale…
Se quello è il panorama che si vede dalla tua nuova casa va bene anche il Brionvega…
Nah … È un filo più alto e metropolitano
A me questo piaceva😃
Anche a me, ma costa troppo 😦
Wow! Per il panorama, e per la faccia impenetrabile allo humor del commesso… 😉
Peggio di una statua di Rhamathy!
Beh a questo punto pretendo foto della TV…
Potevi anche trovare un Mivar degli anni ’60. Comunque, quando ritornerai definitivamente in patria, chiama questo numero 02485551, è il museo della scienza e della tecnica di Milano, per la donazione dell’apparecchio!
L’asciugacapelli Mau!!!! L’asciugacapelli!!!
Fai la spiritosa???
Lavatrice? Lavastoviglie? Ma come, la casa non viene fornita con gli schiavi chiavi in mano?
Nah 😦
Ah, signora mia, non ci sono più gli schiavi di una volta.
😦