Sono andato a far la spesa e, mentre mi divertivo a osservare il melting pot di prodotti sugli scaffali del supermercato che serve una clientela proveniente da oltre 140 diversi paesi del mondo, mi son fermato davanti ai prodotti in scatola con l’idea di raccattare qualcosa per le emergenze: ho visto le latte con il caratteristico colore rosso vermiglio dell’etichetta e un misto tra la storia dell’arte e quella dello sviluppo industriale ha cominciato ad emergermi come le bolle della Perrier.
Pare che Andy Warhol decise di smettere di disegnare tele con fumetti quando vide i primi lavori di Roy Lichtenstein e decise (saggiamente) che non poteva competere con l’altro maestro contemporaneo della pop-art. In cerca di altra ispirazione incontrò Muriel Lato, proprietaria della Lato Gallery di Manhattan, sulla Sessantesima East.
“You should paint something you see every day and something that everybody would recognize. Something like a can of Campbell’s Soup” Disse Muriel ad Andy, che rispose “Oh that sounds fabulous. I used to drink it, I used to have the same lunch every day, for twenty years” ed entrò nel supermarket di fronte a raccattare ogni varietà possibile della zuppa in lattina per realizzare le 32 tele di 51cm x 41cm che, composte assieme, diedero vita all’opera “32 Campbell’s Soup Cans” nel 1962 e contribuirono alla sua fama mondiale.
Ma facciamo un altro passo indietro: era il 1869 quando Joseph Campbell e Abraham Anderson cominciarono a produrre nel South Jersey frutta e verdura in scatola (il lattine di metallo), una decina d’anni più tardi Abraham abbandonò la società che venne definitivamente chiamata “Joseph A. Campbell Preserve Company“. Gli albori del successo dell’azienda (che oggi impiega oltre 17mila dipendenti con net revenues che sfiorano 8 miliardi di dollari) arrivano con un’idea geniale di John Dorrance che, dopo studi di chimica in Germania, inizia a lavorare per $7.5 la settimana e sviluppa un procedimento industriale per addensare il prodotto (eliminandone una parte di acqua): a testimonianza della sua capace genialità, John fece carriera, diventando presidente della società tra il 1914 e il 1930, comprando poi direttamente l’azienda dalla famiglia Campbell.
“Mmm Mmm Good” è stato dal 1935 a oggi uno degli slogano più usati dalla società, sempre molto attenta al marketing dei loro prodotti. In Italia la penetrazione di mercato della zuppa istantanea non è mai stata così massiva: la nostra cultura del fresco, unita ad una diffusa coltivazione diretta degli orti nelle zone rurali ha sempre tagliato fuori gran parte dell’industria conserviera, ma uno dei prodotti Campbell ha sicuramente una traccia in moltissimi di noi, soprattutto in quelli della mia età: il dado Liebig.
Foto? Beh, un po’ di Andy Warhol in Medio Oriente come negarselo?
Sorge un dubbio: le lattine delle minestre Campbell le compri come oggetti estetici o intendi mangiarne il contenuto? Io non ho mai avuto il coraggio, nonostante i vent’anni trascorsi tra gli Stati Uniti e il Canada. A dir la verità non sono molto appassionata di minestre, fatta eccezione per il minestrone alla genovese.
Son più propenso all’estetica: l’ultima l’ho assaggiata un po’ di anni fa, nel sud dell’Iraq gentilmente offerta dall’esercito Americano e non vorrei rovinarne il ricordo diciamo …. 🙂
Non riesco ad apprezzare l’arte moderna, per me non ha molto senso, rispetto all’arte classica che invece mi piace molto sebbene non ne sia nemmeno lontanamente un espero.
La storia della ditta di inscatolamento rilevata da un lavoratore la trovo più affascinante, forse perchè riporta ad un’epoca in cui partendo dal basso si poteva fare carriera., Ora dubito fortemente che questo sia ancora possibile al di fuori dei discorsi motivazionali dei venditori a provvigione. eh eh eh
Dado Liebig? Mai sentito, io faccio parte della generazione “dado Star”…
🙂
Sei un giovane ragazzino, è chiaro 🙂
Ormai si resta ragazzini a lungo.. 🙂
Si, e poi si passa direttamente a fossili, come nel mio caso!
Vuoi mettere la pappa al pomodoro contro la zuppa Campbell?!
Italians do it better 😉
Buon sabato! 🙂
🙂
Decisamente, siamo insuperabili!
Il dado Liebig? Solo perchè odi il pollo bollito. Ho un freezer pieno di brodo vero, passa quando vuoi.
🙂 … E i tuorli?
quanti ricordiiiiiiii queste zuppe!!!!!
🙂