“Allora, stai pensando a un’altro tatuaggio?” mi chiede la Cami mentre pascoliamo nel tardo pomeriggio per i vicoli del Souq delle Spezie a Deira, e portiamo la Vero (“The Potato”) a vedere un filo di medio-oriente che sappia di medio-oriente e non dei lustrini del lusso dei grandi brand.
“L’idea potrebbe essere quella di una ‘fish-bone’, una spina di pesce stilizzata” le dico. “Ma scusa?” “Si, una spina di pesce come quelle che erano onnipresenti nei fumetti del grandissimo Jacovitti, insieme al salame che camminava: ecco, il salame, considerato dove vivo adesso, non mi pare troppo appropriato, ma la fish-bone si”.
“Vorresti forse celebrare, dopo il tuo amore per Australia e la millenaria cultura aborigena, e dopo esserti impresso sulla spalla la tua filosofia di vita positiva, adesso il tuo insaziabile e raffinato appetito? Guarda che basta la trippa che ancora ti porti dietro malgrado gli sforzi che fai, dad!“: allevate i figli, educandoli a libertà, ironia e sarcasmo ed ecco cosa ti torna a casa, cazzo!
“Watches, Rolex, Vacheron, Bags, Fashion, Good brands” ci arpiona un ragazzotto, mostrandomi il braccio con sei o sette fake watches e una stampa con un po’ di borse dei brand più famosi. “Alhmed ‘ai halsci huna, saddiki” gli rispondo col mio arabo più che zoppicante direi paraplegico, “Vivo da queste parti, non sono un turista amico mio“.
Insiste.
“Amico mio, sagace venditore, io lavoro per Xxxxx” gli dico, citando un brand ultra-famoso e dicendo anche in qualche modo la verità, visto che lavoro per un’azienda che lavora per questo brand, “il fatto che tu proponga merce contraffatta mi dovrebbe stimolare immediatamente una denuncia nei tuoi confronti al posto di Polizia che c’è vicino ai water taxi, visto che il tuo commercio danneggia anche una serie di lavoratori, oltre che violare le regole sancite dalla protezione della proprietà intellettuale”.
“Sono però conscio che sarebbe una goccia in una mare nel quale tu sei veramente l’ultimo pesce, quasi una simpatica acciuga e quindi facciamo che tu non rompi e io proseguo sereno la mia passeggiata?”. Si leva dalle palle e la Vero mi chiede se è la dialettica, le argomentazioni o le spalle grosse che mi fanno ascoltare in modo così efficace: penso sia la fisicità, in effetti.
Foto? La Cami al pascolo nella vecchia Deira, ieri sera …
Hehehehe! Secondo me se la fanno sotto quando iniziano a vederti un filino incavolato…
Buona settimana Maurizio!
🙂
dici che le spalle facciano “dissuasione attiva”? Ma se son buono come il pane cotto a legna, puciato in un buon olio extravergine ….
🙂 Secondo me ti vedono e se la fanno addosso. Che sei buono si vede, ma cosa vuoi che ne capiscano i lillipuziani?
Dici abbia forse sbagliato a prendere il tipo sotto la spalla mentre chiacchieravo e lui abbia sentito bicipite e tricipite branchiale pesargli sul coppino come a Mary Stuart nel castello di Fotheringhay (che tu i riferimenti storici li cogli)?
Penso proprio di sì…
Immagino abbia percepito che era il caso di togliersi dai piedi. 🙂
crudele destino il mio: un animo pacifista racchiuso in un fisico da navy seal 🙂 🙂
🙂 🙂
Sempre poche donne locali nelle foto: sei molto bravo a schivarle tutte (per ovvi motivi) o ce ne sono proprio in giro poche?
Ieri sera ero tentato di scattare una foto a una ragazza che stava facendo jogging in abaya (il vestito nero integrale), e niqab (il velo che lascia solo scoperti gli occhi): uscivano solo delle Nike con la regolarità di una falcata leggera, ma ho lasciato perdere. Poche le donne in giro e inappropriato il fotografarle ….
Mia sorella dice sempre che “questo è l’ultimo tatuaggio che mi faccio”… ora ho perso il conto di quanti ne ha perchè le dimensioni sono cresciutre e uno ingloba l’altro…
Per me e per il resto della famiglia nulla… sicuramente è stata adottata. eh eh eh
mi aspettavo tu avessi una ricetta tatuata 🙂