“Beato te, che sei sempre in viaggio” mi dice White Mam(b)ba, mentre si sorseggia un gran vino molisano (grazie a Michele), e Beria (il mio quadrupede vetero-comunista) mi guarda e abbassa il muso a terra a esprimere la sua rassegnazione, sapendo che discutere con mia madre è come fare esercizi di dialettica con un barra di acciaio temprato.
“Mamma, sono in viaggio per lavoro, non è proprio così divertente”. “Si, ma tu riesci a trovare il positivo in ogni cosa, quindi ti piace“.
Per un attimo tento mentalmente di elaborare una “teoria del giullare“, rifacendomi a quei cantastorie che tra il Duecento e il Trecento animavano le piazze Medievali: “chierici vaganti”, spesso di buona media cultura, che rappresentavano l’anello di congiunzione tra la letteratura colta e quella popolare. Condannati dalla Chiesa Cattolica per i contenuti delle loro storie, spesso un misto tra realismo crasso boccaccesco e sarcasmo verso il potere locale feudale, erano visti con sospetto anche per il loro stile di vita dove donne e vino erano sicuramente più graditi che il martirio silenzioso di una cupa e temuta venerazione religiosa. Mi pare di parlare di me.
Il loro abbigliamento indicava la pazzia attraverso l’uso del colore e di un tipico cappello dove le falde terminavano in campanelli: nel Medioevo il vestire doveva uniformarsi a canoni precisi e indicava lo stato e la collocazione sociale. Le prostitute, ad esempio, non potevano coprirsi il capo con un velo (cosa richiesta alle donne) e spesso dovevano indossare indumenti di colore giallo.
La mia “teoria del giullare”, trasferita invece nel nuovo millennio, mi vede invece un filo “cantastorie da aeroporto” mentre saracco ai controlli di sicurezza e nelle code di immigration: ho tentato di descrivere a White Mam(b)a alcuni recenti disagi, uniti al fatto che la rapsodia “aeroporto-albergo-ufficio-and back” non lascia grosso spazio, ma la sua titanica logica non si è spostata di un amstrong.
Beria ha alzato gli occhi, inarcando leggermente le sopracciglia, ha abbassato le orecchie e battuto due volte a terra la coda, come quando nella lotta si segnala all’avversario che ci si arrende. Come al solito la sensibilità canina è più veloce di quella umana.
Foto? White Mam(b)a ….(in Q, ovvio, che sto cercando di abituarmi alla nuova ragazza)
🙂
Mi sembra di (ri)sentire mia nonna! Quando le parlavo del dottorato e dei mille viaggi di ricerca che dovevo fare lei concluse: «Tu mica lavori… Viaggi!». Maledette semplificazioni.
Un abbraccio
Saggezza senile, chiamiamola cosí …
Fra l’altro non invecchia. Incredibile come questa generazione abbia una capacità di riproduzione cellulare ben più attiva della nostra. Di fatti tu dimostri 70 anni e lei 50. Sarà perché viaggi col piccone tutto l’anno?
Provabile … 🙂
Nicee blog
Thanks