La mia vita potrebbe essere una dimostrazione vivente delle teorie di Vico sulla ricorsività della minchiate. Stessi gesti ricorsivi, stesse abitudini quasi maniacali, stessi orari, posti. Persone e bestemmie differenti, si, ma sono quei tremolii del continuum che danno l”accezione di realismo.
Mica mi lamento, ma ogni tanto, cazzo, potrei anche imparare e prevedere quello che mi sarebbe successo da lí a poco, applicando una banale equazione lineare spazio-temporale.
E invece no, ci ricasco ogni volta, come stamani.
L’ululato beluino mi ha svegliato di soprassalto alle 4:24 stando all’orologio sul comodino accanto al letto che ha cominciato ad ospitarmi ieri sera intorno alle 23. “Ma che cazzo ….” è stata l’espressione d’obbligo come prime parole storiche all’alba del 23 Aprile 2016.
Dopo qualche secondo ho cominciato a riconoscere la litania ricorrente che testimonia la grandezza di un dio la cui religione è piuttosto seguita da queste parti e raccomada ai propri fedeli di pregare 5 volte al giorno rivolgendosi verso un punto preciso del mondo. Gli orari delle preghiere e lo sviluppo dell’anno religioso seguono parametri variabili come l’ora dell’alba o uno specifico mese lunare per il digiuno diurno e l’abbuffata notturna.
Mi sono quindi ricordato, mentre nel timpano il martelletto e la membrana andavano alla corte dell’Aja a lamentarsi, degli altoparlanti della moschea che sono rivolti verso la stanza dove dormo, e che con inguaribile costanza l’ostello che scelgo qui vicino all’aeroporto mi assegna pensando anche di farmi un trattamento da vip. Il leggendario sistema acustico dei Pink Floyd potrebbe sembrare una di quelle radioline a batteria che negli anni ’60 si usavano per sentire le radiocronache delle partite al confronto dei pallet di watt che il minareto riesce a diffondere.
Ho aspettato pazientemente la fine dell apreghiera, ho schiacciato un altro pisolo di un’oretta e alle 7:30 ero seduto in aeroporto ad ordinare, guardacaso un’altra ricorsività, due eggs benedict.
Foto? Tra poco mi faccio quasi 7 ore dentro un tubo volante ….
Le tue descrizioni spazio-temporali sono molto interessanti, c’è sempre il modo di incontrare le altre culture e gli altri mondi, tra una pennellata di umorismo, una ottima filosofia universale, e un sottile acume stretto tra orari irriducibili, necessari per dare un buon movimento all’azione 😀 …
Poi la fotografia come al solito suggella quello che si scopre. (w la fotografia!)
Buon viaggio, tra i tanti.
Ciao
Grazie, adulatore! W la fotografia SIEMPRE! 🙂
Se ti convertissi non avresti più il problema.. 🙂
No, il problema delle urla la mattina lo avrei lo stesso, ma magari ne condividerei il senso … 😉
In realtà hai scelto di vivere là perché sei allegramente insonne
“insonne”, diciamo che dormo poco ….