Il ritmo narcotico del mantra è inequivocabile, come lo sono l’accompagnamento di tamburi e piatti, e gli sguardi estaticamente persi dei praticanti: ” Hare Krishna” è entrato ancora una volta sulla mia strada, ieri, mentre stavo uscendo dal sacerdote della Signora Tedesca a Telemetro, aka Ryu.
Sono veramente inossidabili, resistono alla scomparsa dei dinosauri, dell’animismo psichedelico, dell’Unione Sovietica. Superano indenni il riscaldamento globale e le crisi economiche globali. Attraversano, sulla tavola da surf a forma del loro vishnuismo, i bitcoin e l’ultima presidenza americana.
Mi hanno fatto venire i mente degli altrettanto inossidabili musicisti, che hanno anche registrato un brano con Hare Krishna, i Fugs: penso di essere uno dei pochi al mondo che possa ricordarli, ma solo grazie alla mia passione per le poesie di Allen Ginsberg, al quale erano legati.
Band di “rock satirico”, formatesi nei primi anni ’60 con Ed Sanders, Tuli Kupferberg, e Ken Weaver, hanno pubblicato a partire dal 1965 e fino al 1969 qualche disco, distinguendosi soprattutto per protestare su qualsiasi argomento contro l’establishment Americano dell’epoca: dalla Viet-Nam War alla liberalizzazione delle droghe, alla zuppa Campbell.
I componenti si sono poi dedicati a progetti individuali fino ad una reunion nel 1984 mi pare, e per gli ultimi 35 anni hanno fatto periodiche e “inossidabili” apparizioni, compreso un recente “esorcismo” dinnanzi alla Casa Bianca (vedi filmato nei commenti).
Foto? Gli “hare” ieri, in Cordusio ….
Certo che ve li faccio ascoltare …
the fugs!
non sei solo, ricordi nothing? adorabile 🙂
“sunday nothing
monday nothing
tuesday and wednesday nothing
thursday, for a change
a little more nothing
friday once more nothing”
Si, incredibile!
Hai fatto in tempo a tornare e a beccarli, io pur qui a Milano, radicato, non solo non ne avrei immaginato l’esistenza ma tantomeno la processione pubblica esibita in Centro.
Almeno son tranquilli, sorridono.
Sabato scorso erano in Corso Vittorio Emanuele, esattamente gli stessi.
inossidabili, costanti e prevedibili? 🙂
Certo che andando dal ‘sacerdote’ della Signora Tedesca si può veramente incontrare di tutto 🙂
Magari hai lasciato il manuale in ‘Italian linguage’; non me ne faccio nulla personalmente, ma serve per completare la ‘dotazione’ della M240; la cinghia non mi serve perché ne ho una io inusata di una mia M6.
No, ma lo cerco in questi giorni … “pensando” in inglese, i manuali italiani sono qualcosa che non considero mai