Stamani ho cominciato a pensare ad un bel piatto di uova strapazzate alla virata dei 2,200 metri, ben sapendo che avrei dovuto nuotarne altri 800 prima di poter mettere mano al pentolino.

Bracciata dopo bracciata, vasca dopo vasca, ho costruito l’immagine del burro sfrigolante, e della cremosità che avrei assaporato con la prima forchettata: il più che accettabile tempo che ho fermato sull’orologio al traguardo dei 3,000 deve essere stato influenzato dalla mia voglia e fretta di mangiare quel piatto.

Quando sono uscito ancora gocciolante dalla doccia, ho messo mano al frigo con la salivazione che aumentava sensibilmente. I dietologi ti dicono “mai prepararti da mangiare quando hai fame“, ma voglio vederli dopo aver saltato la cena e mulinato le braccia per oltre un’ora mentre sorgeva il sole.

Tutto pronto, accendo il gas.

Si, “accendo il gas” un beato cazzo.

Il fornello è muto: nessuna pressione. Wiki mi dice “.. i gas rappresentano lo stato della materia in cui le forze interatomiche e intermolecolari tra le singole particelle di una sostanza sono così piccole che non c’è più un’effettiva coesione tra di esse ..“: qui la coesione è proprio andata a farsi fottere.

Chiamo il call center della società che gestisce la fornitura di servizi, sono le 7:40. Mi risponde un tipo solerte che, dopo aver tracciato il mio indirizzo, e il mio numero di cellulare, mi annuncia “Sir, 15 minutes and the maintenance will be in your place” [“Ti mando l’addetto alla manutenzione in 15 minuti“].

Ho vissuto abbastanza da queste parti per essere molto zen.

Rimetto in frigo le uova e il burro, ripongo il pentolino e tiro fuori la lattuga, i pomodori, un avocado e del tonno in scatola per offrire alla mia libidine alimentare un surrogato: chiamiamolo “metadone-breakfast“.

Alle 8:35 richiamo la società del gas. “Buongiorno, ho chiamato un ora fa perché non ho gas ne mio appartamento, e mi avete risposto che il tecnico sarebbe arrivato in 15 minuti. È passata un’ora ma qui non si è visto ‘una minchia’ (in italiano anche nel testo originale inglese – ndr) di nessuno“.

Sir, tu hai chiamato prima delle 8, quando non ci sono tecnici in ufficio. Adesso te ne mando uno in 15 minuti“, mi dice, e poi mi chiede “posso fare altro per te?“. La mia onesta risposta “Si, due uova strapazzate, per favore” viene presa come becero sarcasmo.

Ho vissuto abbastanza da queste parti per essere più che “molto zen“, anzi quasi “moltissimo assai zen-errino“. Telefono in ufficio, e informo che lavorerò da casa stamani, e forse anche parte del pomeriggio.

Foto? Niente tegamino, ma qualche out-take degli scatti fatti a Deira ieri mattina, che con questo avete visto quasi tutto. Ovvio che il tipo nella prima immagine, seduto a terra che telefona, sia il tecnico del gas che doveva essere a casa mia N-x-15′ fa …

 

 

It's been almost 50 years that I travel across the word (and the 7 seas), on business or vacation, but always carrying with me a Leica camera. I started keeping this kind of journal a while ago. Even if sometime I disappear for ages, I'm then coming back with semi-regular updates: publishing is a kind of mirroring of my state and emotions, and you need to take it as it is. All published photos are mine.

7 Comment on ““15 Minutes Sir”

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