Sto affrontando col rigore di un pasdran talebano, e con la felicità di un facocero bollito in salsa alla menta, il problema di perdere peso. L’unico modo di tenermi sotto controllo è quello di sviluppare delle dash-boards (che non sono delle tavole con sopra il detersivo Dash, pirloni) che mi dicano che cazzo sto combinando e se sto facendo qualche progresso.
La mattina mi alzo e mi preparo alla pesata peggio di Cassius Clay prima del match a Kinshasa contro Foreman nel 1974 (vedetevi il documentario “Quando eravamo re” su questo incontro epico): oltre ai tradizionali effluvi, mi soffio il naso, pulisco le orecchie e passo il filo interdentale nel tentativo di dimostrare alla macchina infernale che ho perso i 112g di target quotidiano.
Domani provo anche a tagliare tutte le unghie.
La bilancia, impietosa baldracca, mi restituisce il peso e una serie di dati che, come vi raccontavo ieri, fanno trillare di gioia 2 iphones e un ipad istantaneamente: Beria (il mio cane) in questi giorni sta beneficiando di una dormita sul tappeto in salotto e, quando sente i chimes, tenta di mimetizzarsi col disegno bukara estraendo la lingua. Le si legge negli occhi “il pazzo si è svegliato e mi tocca uscire sul ghiaccio ancora alle 5 di mattina, che dio lo strafulmini e lo rimandi in Saudi Arabia“.
Felice di sapere che non ho fatto un cazzo di progressi, che la mia massa grassa è superiore alla libidine di Casanova e che la mia Body Mass Index e’ indicata dal numero di soluzioni possibile nel cubo di Rubrik, mi avvio verso un parco primo breakfast con tre gocce di latte e mezza galletta. La mia tristezza fa apparire il pessimismo di Leopardi come uno spettacolo di Crozza.
Traccio con maniacale regolarità gli alimenti che ingerisco, tentando di usare l’onestà intellettuale e non nascondere l’uso di qualche goccia in più di olio extravergine. Ho, ovviamente, acquistato un’App che, replicando da ipad a web, impietosa mi segnala che, se mangio mezza burrata, mi fotto il budget delle calorie fino a ferragosto. Tristezza.
In palestra ho fissato un target mattutino di 550kcal da brasare: quando lo raggiungo ululo come John Weissmuller (il primo Tarzan). La Monica (G.) oggi mi ha fatto notare che non sarebbe opportuno, dopo questi iniziali sacrifici, che io mi spari per osmosi ottica una brioche al bar (valore 200kcal secche che incrementano i contatori verso l’ambizioso limite di rimanere al di sotto delle 2,400). Le ho risposto di farsi mezzo kg di cazzi suoi (1,000 kcal).
Annaspo in giornata tra carote crude, piselli fini al vapore, bistecchine scondite e un goccio di vino.
Si, un goccio di vino. E che cazzo, ho tolto la birra, non ci si può punire oltre!
La foto di oggi? Ai primi di Dicembre ero a Barcellona e ho passato un paio d’ore dentro la Pedrera …. spettacolare!