Geylang è uno dei quartieri di Singapore, a east del River: tra il 1840 e lo scoppio della seconda Guerra Mondiale (e la successiva invasione giapponese) era la zona dove erano collocate una serie di associazioni “di clan” che fornivano un punto di riferimento agli emigranti che arrivavano qui da tutta l’Asia. Rimangono ancora (e sono preservati come monumenti storici), tutti i piccoli negozi, le botteghe con sopra qualche stanza adibita ad abitazione o (oggi) a ufficio di associazione e svariate centinaia di “ristoranti economici” che invadono spazi comuni, marciapiedi e strada sia fisicamente che olfattivamente.
Il primo aeroporto commerciale di Singapore (il Kallang Airport) è stato aperto qui nel 1936, utilizzando una base della RAF (Royal Air Force) e oggi ne rimane in piedi ancora la torre di controllo.
Geylang è stato anche per molti anni, il quartiere a luci rosse di Singapore, con qualche migliaio di bordelli che venivano riconosciuti dall’essere dipinti di rosso vivo: ancora oggi ne sopravvivono alcuni, in un area di tolleranza rispetto alla legge che ne proibisce l’esistenza.
Nota “di costume“: mi son veramente stancato di dover scartare le persone in rotta di collisione con me perché camminano a testa bassa, con gli occhi fissi sullo smartphone, talvolta intenti a chattare ma nella maggioranza dei casi invece dediti a giochini idioti e coloratissimi con cazzilli cha cadono, si spostano e scoppiettano in una versione asiatica del muro di Berlino. Cazzo, mi sembra di essere un runner che corre per la sua sporca ultima meta, scartando a destra e a sinistra, accelerando e rallentando per evitare i placcaggi. Basta.
Mantengo un moto rettilineo uniforme, con una traiettoria discreta e rispettosa dei flussi di persone. Vado, insomma, sereno per la mia strada. Che poi faccia l’effetto di un T-34, lo storico carro armato che, durante la Seconda Guerra Mondiale rappresentò la spina dorsale delle forze corazzate sovietiche è del tutto casuale.
I primi 3 che si sono schiantati a testa bassa contro i miei pettorali hanno quasi inghiottito lo smartphone. Si continua così: schiantarne 1,000 per educarne uno.
Foto di oggi? Tre scatti in bianco e nero per strada a Geylang: a parte le auto nuove, poco è cambiato …
Mi piace viaggiare con te, da vecchio viaggiatore non turista…
Grazie da una che ha sempre curiosato il mondo da ferma.
Grazie … ma proprio “vecchio” non ancora! 🙂 Magari obeso, malmostoso, incazzoso, … ma sono ancora nel fiore dei 55 anni! 🙂
O mio Dio, per me sei un ragazzino hahaha vecchio nel senso di “esperienza” ed anche nell’antico andare dei veri viaggiatori..
Io ho 150 anni, sono una strega immortale, non sono ancora obesa… molto ncazzosa e what malmostoso?
😉