Era il 1938 e le avvisaglie della II Guerra Mondiale erano già nell’aria, quando al numero 1 di Sheridan Square , nel Greenwich Village di New York, il Café Society aprì i battenti. Le intenzioni del titolare, Barney Josephson, erano di replicare quanto aveva visto nei cabaret europei qualche anno prima, mescolando musica, spettacolo e a avan-spettacolo, politica e diritti civili.
Il nighclub era orgoglioso di presentarsi come il primo con una vera integrazione razziale: altri, come ad esempio il Cotton Club, proponevano artisti di colore ma poi rendevano difficile a qualsiasi afroamericano di entrare, a meno non fosse un personaggio famoso e nell’ambito dell’industria dello spettacolo.
La lista degli artisti che si sono esibiti qui fino alla sua chiusura, dieci anni dopo nel 1948, è semplicemente incredibile: Count Basie, Art Blakey, Nat King Cole, John Coltrane, Miles Davis, Ella Fitzgerald, Coleman Hawkins, Charlie Parker, Les Paul, Art Tatum, Lester Young solo per citarne alcuni.
Il 20 Aprile 1939, Billie Holiday cantò qui per la prima volta “Strange Fruit”, denunciando con la canzone scritta da Abel Meeropol, i linciaggi operati soprattutto nel Sud degli stati uniti contro gli afroamericani. “Strange fruit”, “Strani frutti”, sono i cadaveri dei neri impiccati o bruciati dal criminale odio razzista.
Barney diede istruzione perché, durante la canzone, tutti i camerieri interrompessero il servizio, tutte le luci si spegnessero ad eccezione di un solo spot sul viso di Billie. Voleva che il ci fosse il massimo rispetto per questa denuncia contro la violenza e il razzismo.
Southern trees bear a strange fruit, Blood on the leaves and blood at the root,
Black bodies swinging in the southern breeze, Strange fruit hanging from the poplar trees.
Pastoral scene of the gallant south, The bulging eyes and the twisted mouth,
Scent of magnolias, sweet and fresh, Then the sudden smell of burning flesh.
Here is fruit for the crows to pluck, For the rain to gather, for the wind to suck,
For the sun to rot, for the trees to drop, Here is a strange and bitter crop.
Billie terminò la canzone e scomparve dietro il palco. Troppi i ricordi di suo padre, impiccato dalla violenza razzista.
Foto di oggi? Un caffè completamente differente, nell’atmosfera di aperta tolleranza di Amsterdam …
Per chi non ha mai ascoltato la canzone di Billie ….
Una canzone struggente… almeno tanto quanto lo sono le parole scritte prime di ascoltarla.
joh
intendi le parole “lette” prima di ascoltarla? è mattina presto per te, eh? 🙂
no no.. intendevo proprio “scritte”, quelle che scrivi tu amico caro!!
Adulatrice commovente … 🙂
Bellissima canzone. Bellissima interprete. Bellissimo post.
🙂 bellissimaadulatrice