Nel 1993 l’intelligenza di Pat DiLillo aveva creato uno spazio “riservato” per i graffiti di New York: per scoraggiare il vandalismo e incoraggiare invece “l’arte spry”, un intero complesso edilizio fu messo a disposizione in modo coordinato per sviluppare, studiare ed esibire l’arte del graffito urbano. Era nato “5 Pointz”, a Long Island City, nel quartiere Queens di New York.
Regole da serio museo governavano sia l’uso degli spazi sia il diritto ad esporre le proprie opere: mentre 5 Pointz inizialmente simboleggiava i 5 burroghs (quartieri) di NYC, il livello delle opere presto avrebbero attirato artisti di fama mondiale. È quasi impossibile nominare tutti i nick dei graffitati, come il numero infinito di musicisti che hanno suonato o girato le loro clips usando questa fantastica locations.
Ci ho portato anche la Cami in pellegrinaggio, in una fredda mattina di marzo del 2007, mentre con l’amico Carlo parlavamo, ricordando gli anni (o i decenni) di avventure assieme nella Grande Mela e serenamente saraccavamo bestemmioni in più lingue, giocando a chi sparava la cazzata più grossa. Ricordo lo sguardo di mia figlia ragazzina, mentre rideva divertita da quest’arte che nulla ha da invidiare a quella più formale e blasonata.
Da qualche anno 5 Pointz è al centro di un progetto edilizio da $400 milioni, che mira a “riqualificare” l’area (e a raggiungere un incredibile profitto): il 21 Agosto 2013 il consiglio di New York ha votato (a risicata maggioranza) il suo abbattimento. Contro questa decisione si sono levate decine di autorevoli voci e innumerevoli articoli su prestigiose testate.
Ieri, 19 Novembre 2013, TimeOut New York ha comunicato via tweet la notizia che 5 Pointz è stato ridipinto di bianco, cancellando tutti i graffiti: l’operazione (simile a quando si cancellano le livree degli aerei dopo gli incidenti) è sicuramente un segnale di un prossimo abbattimento.
Per chi non l’ha mai visto, per chi l’ha visto e non lo vedrà mai più. Per chi lo conosceva e per chi ne ignorava l’esistenza, per chi ha fotografato questi luoghi, ci ha bevuto una birra mentre seduto su uno scalino si rideva e si parlava di musica, di storia e di dio. Per chi ama l’arte e la rispetta, per chi ha bevuto la Lone Star Beer, ha corso per Central Park, ha guardato l’Hudson dalle Twin Towers. Per chi ha vissuto a NYC e per chi l’ha sognata. Per tutti, e per chi non sa cosa fosse 5 Pointz, ecco alcune delle immagini scattate con Camilla e Carlo quella mattina …..
Un colpo al cuore, un atto di violenza incredibile. E’ come stracciare un disegno davanti agli occhi di un bambino in lacrime (…l’ho visto fare da un mio parente… ti racconterò).
Cancellare quei dipinti è come negare l’arte contemporanea, la sua esistenza, l’essenza in tutte le sue innumerevoli forme. Un atto orribile atto antidemocratico. Ma tant’è… così sta andando questo “orribile?” mondo.
Chiusa nel mio “non appartengo piu” non riesco a non sentire il grande dolore dell’immane degrado di valori ed identita’ dell’uomo.
Avevo letto la notizia ma che peccato però, queste foto sono proprio belle…
“Riqualificazione” e “ritrutturazione” sono spesso parole che identificano l’immediato avvenire di immense pu…ate…
Che tristezza.
Un vero peccato, era un esempio perfetto di quello che dovrebbero essere sempre i graffiti, una vera ARTE….. spero si potrà ricreare da qualche altre parte in NYC una cosa del genere….
Che peccato! E per costruire nuovi grattacieli? Tutto il mondo è paese, si cementifica…
Ooohhhh ma tu parlavi di New York, si ci vado ogni tanto ma vivo in Canada 😉
E’ davvero bellissima e magica per me, mi piacerebbe viverci veramente ma per ora mi accontento di vederla ogni tanto.
Un bacio
Sono foto bellissime…è davvero un peccato che questo posto non ci sia più!
Grazie … si, un vero crimine: almeno se ne può condividere il ricordo. Era un posto incredibile, credimi …