Sono andato a fare un giro tra i Lorong di Geylang, le vie trasversali che a nord dell’Old Airport Rd. collegano Guillemar con Geyland e Sims Avenue: c’ero passato nell’estate di quest’anno dopo molti anni (vedi le foto in questo link e in quest’altro) e avevo la sensazione che ci fosse una trasformazione radicale in corso: confermato, è proprio così.
Le vecchie case coloniali a due piani che avevano ospitato inizialmente le associazioni (religiose e non) che assistevano gli immigrati asiatici, case poi riconvertite in redditizi bordelli, alcuni dei quali tutt’ora si può percepire una silenziosa e discreta presenza da piccoli segnali, stanno sparendo. Si abbattono templi e bordelli e si costruiscono condomini per garantire una minima crescita alla città-stato-dormitorio che tutt’ora attrae una forte immigrazione planetaria.
Si, si trovano ancora gli “street-food-places” (chiamarli “ristoranti” mi pare azzardato), vi capita ancora di essere fermati da una signorina asiatica abbigliata con quello che la tradizione locale ritiene sia sessualmente provocante ma che spesso scade un un trash-ridicolo. Ci sono ancora alcuni che, sopra una cassetta rovesciata, ti vendono pastigliette blu confezionate, sussurrandoti “viagra, chalis” e ci sono i negozi accanto ai templi che fanno delle preghiere cartacee votive la loro ragione commerciale, ma ho visto almeno 20 nuovi condominii, strade pulite e ordinate, gru e macchine edili disseminate ovunque ci si volti: Geylang sta cambiando, per sempre.
Si, non stiamo parlando di Pompei o di Ercolano, non stiamo paragonandola a Petra o al Machu Pichu, però è una fetta di storia che vedo tagliata e servita sul piattino da dolce della modernizzazione: mi sa che, se ci passerò ancora tra qualche anno il puzzo di aglio e di una cucina che taglia e frigge qualsiasi cosa animale o vegetale sarà sostituita degli asettici odori degli aspersori deodoranti automatici. Le prostitute spariranno, come lo faranno i negozi che vendono articoli da cucina usati (pentole, fornelli, posate).
Spariranno le risme di preghiere in carta velina gialla e i fiori artificiali, sostituiti da negozi di telefonia mobile e di covers per qualsiasi cavolo di apparato di comunicazione. Spariranno i bucati stesi, sia per strada che nei balconi difesi con rete metallica. Quando, ancora più vecchio e più rincoglionito di oggi, racconterò che qui c’erano bordelli e templi mi guarderanno come se avessi bisogno di molto riposo …
Foto? Geylang, ovvio ….
Il “Nulla” avanza (cit. “La storia infinita”).
Ma è una assurda, triste realtà.
Joh
beh, no, dai … non è il “nulla”, è però una trasformazione che uccide un pezzetto di storia
non so.. mi guardo in giro e vedo scomparire tanti pezzi di storia. Lo so… sto invecchiando :o(
beh, in effetti: visto che tra qualche anno sarai anche bis-nonna, potresti considerare la mia proposta di farti chiamare amichevolmente Tut(ankhamen) … 🙂
Mi mette sempre tristezza vedere abbattere il vecchio per cementificare…
Singapore sta diventando sempre più un dormitorio di 25kmx15km: in questi 30 anni l’ho visto trasformarsi continuamente, e non in modo positivissimo …