Oggi sono stato a Torino, mi son preso qualche ora di libertà per un buon impegno che preparando: mi son concesso anche mezz’ora sociale con Maurizio B., con cui condivido la stessa religiosa passione per la fotografia, e più in particolare per delle macchine a telemetro fabbricate a partire dal 1913 a Wetzlar.

Ci siamo incontrati in centro, da Peyrano, che, per fare il pari con Leica, produce caramelle e dolciumi a partire dal 1914, diventando poi, nel 1920, un riferimento per gli adoratori del cioccolato. Pensavo di prendere un cappuccino: Maurizio non mi ha dato scelta, “Sei a Torino, devi prendere il Bicerin, il Bicchierino“.

Erede della settecentesca “bavareisa” il Bicerin è il grog Torinese per eccellenza: preparato con l’ausilio di una torre di cracking che, per tradizione, deve aver servito qualche importante raffineria per almeno un periodo di 50 anni per assorbire bene il sapore di gasolio, la ricetta prevede una segmentazione dei vari ingredienti in via successiva, che però, inclinando il bicchiere o la tazza, arrivino alle labbra con un’attenta e spettacolare miscela.

Descrivendo dall’alto in basso le componenti, simili a faglie tettoniche, abbiamo per prima cosa della panna fresca leggermente montata con l’aggiunta di altra panna e siero di panna. Il quantitativo che vi si posa sul labbro superiore appena vi avvicinate al recipiente basterebbe, per potere calorico, a nutrire l’intera popolazione della Finlandia durante 6 rigidi inverni consecutivi.

La seconda componente è il caffè, che viene rigidamente elevato alla quarta potenza, nel senso che si usa un infuso di caffè per produrre un altro infuso di caffè e così via per altre tre volte: il risultato è un liquido al cui confronto il bitume è gazzosa. Vista la concentrazione di caffeina normalmente contenuta in un Bicerin, si rimane svegli per 3 settimane di fila, con cerchi agli occhi che le spirali dei frattali sembrano disegni dei bambini.

Poi arriva la cioccolata: immaginatevi 72 gianduiotti, portati nell’atmosfera di un buco nero galattico per ottenere una gravità pari a due milioni di volte quella terrestre. Il composto buca diamante, kevlar e titanio come se fossero fogli di carta velina. Sotto la cioccolata una camicia di cemento armato e un fondo di uranio arricchito per poter dare il giusto contenimento alla bevanda.

Viene servito con un bicchierino di acqua gassata che in realtà è un concentrato di citrosodina atomizzata con alka seltzer.

Ovvio che si salta la cena dopo il Bicerin. Si, si salta quella di stasera e le 7 prossime consecutive per riportare il fabbisogno calorico in una media prossima a quella umana: la tazza che mi son bevuto poteva comodamente alimentare un tyrannosaurus rex per una intera stagione.

Foto? In partenza da Milano Porta Garibaldi ….

garibaldi

It's been almost 50 years that I travel across the word (and the 7 seas), on business or vacation, but always carrying with me a Leica camera. I started keeping this kind of journal a while ago. Even if sometime I disappear for ages, I'm then coming back with semi-regular updates: publishing is a kind of mirroring of my state and emotions, and you need to take it as it is. All published photos are mine.

19 Comment on “Bicerin

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