Domenica pomeriggio, faccio due passi, ma proprio due.

Al terzo passo la polo cambia colore virando in scuro, visto che, con la stessa sincronia di un’orchestra sinfonica, i miei pori si son resi conto della temperatura esterna a 32°c e dell’umidità totale dell’aria (101% se fosse possibile) tale che devo talvolta fare due bracciate per andare avanti e al semaforo viro con una capriola.

La pelata sembra la fontana di Trevi, impreziosita da giochi d’acqua a rigagnolo: fortuna che mi idrato moltissimo e mi lavo in abbondanza, e anche l’odore di vinaccia è andato via dai vestiti che indosso (vedi Pedalino al Barolo), altrimenti con questa sudata diventavo una bomba olfattiva tale da farmi dichiarare WMD (weapon of mass distruction).

Come nota di tecnologia-costume, visto le prossime destinazioni ho dovuto ri-attivare una applicazione da spy-agent, con la quale comunichi con il tuo quartier generale della sicurezza, dove siede “M” (la mitica capa di James Bond). Bellissima (l’App, non M), c’è un pulsante verde che comunica “si, sto bene e non ci sono troiai siderali, solo normali“, uno blu che ti offre una serie di informazioni interessanti, come ad esempio la velocità di penetrazione del proiettile di un AK47 nella tua carcassa, e poi c’è il “pulsante rosso”. Il rosso dovrebbe essere “minchia si mette male, mandate la cavalleria, le giubbe rosse, i boy scout, e anche un paio di birre e una pizza con la mozzarella di bufala, citofonare interno 14“.

Ho dovuto eseguire un test. Per farlo devi inserire la password che certifica univocamente che non stai ne giocando a tetris, ne hai qualcuno che si gingilla col tuo telefonino mentre tu sei diventato concime nelle risaie del Mekong. La password richiesta è “X4fTGh7%.95GqY#)hT$0pS422;§“: in condizioni di stress, preferirò tirare il telefono in faccia all’aggressore che inforcare le lenti e tentare, correndo, di digitarla. Ho osservato a fondo lo schermo, ho spento e mi son fatto una Tiger Beer.

Annaspo lungo il Singapore River e raggiungo Clarke Quay, dove la sera ferve un’intensa attività etilica con decine di bar di ogni tipo, mentre di giorno l’atmosfera è molto più soporifera …

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It's been almost 50 years that I travel across the word (and the 7 seas), on business or vacation, but always carrying with me a Leica camera. I started keeping this kind of journal a while ago. Even if sometime I disappear for ages, I'm then coming back with semi-regular updates: publishing is a kind of mirroring of my state and emotions, and you need to take it as it is. All published photos are mine.

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