Sto latitando da Genova ultimamente, o meglio non riesco a passarci se non a razzo, in toccate e fughe che paiono, che ne so, chiamiamole “genovazio-precox” senza alcuna malignità. Oggi è stata una di quelle volte, dove, mentre il piacere dell’essere nella Città Vecchia stava salendo, tutto è avvenuto poi troppo rapidamente e l’ora della partenza è arrivata assurdamente troppo presto per potermi godere veramente questo gran bel posto.
Però non ho rinunciato al rito dell’acciuga.
Acciughe fritte, non impanate, a salvataggio in extremis della strategia di controllo calorico nella quale mi sono imbarcato. Frittelle di bianchetti che mi hanno fatto lacrimare per la commozione nell’assaggiarle. Una castissima porzione di tagliolini integrali al pesto con fagiolini e patate: talmente “casta” che ho restituito il piatto che pareva lucidato, manco quelli di CSI-Las Vegas avrebbero potuto trovare tracce di DNA di basilico.
Come rinunciare ai liquidi? Due bicchieri di Rossese di Dolceacqua. Un goccio di Camatti che non potevo rifiutare.
Si, son stato a mangiare dalla Silvia, che è una sicurezza di qualità e di simpatia. Volevo però andare da Marina, da Mangiabuono, ma mi son dimenticato che il Sabato a pranzo tiene chiuso, ho quindi recuperato una foto che le ho fatto qualche mese fa …
Scusa la curiosità, ma i bianchetti sono la “neonata”… e per le acciughe fritte come fai a spegnene la sete?… comunque quanti posti da annotare e poi visitare venendo a Genova.
Una buona domenica allegra e mangereccia
Le acciughe chiedono che ci si idrati col Pigato ….
Zena è sempre qui, ti aspetta tra un viaggio e l’altro con le sue bellezze e i suoi sapori così semplici e gradevoli, la nostra cucina è davvero speciale!
Un abbraccio!
Adulatrice culinaria
la pasta era integrale… eri praticamente già a dieta!
esatto! 🙂