Dopo oltre una settimana in cui ho rinunciato all’uso dell’auto, ricorrendo a qualsiasi mezzo di trasporto alternativo, dalla metro alla bicicletta, al car sharing al dirigibile, stamani mi son messo alla guida intorno alle 6:20 per iniziare un giorno che si preannunciava peso, e che ha mantenuto questa proiezione fino a confermarsi una vera giornata di merda.
Mi si è parato davanti alla strada un coniglio bianco. Istantaneamente ho cominciato a canticchiare:
One pill makes you larger, And one pill makes you small
And the ones that mother gives you, Don’t do anything at all
Go ask Alice, When she’s ten feet tall
Si, “White Rabbit”, dei Jefferson Airplane, dal loro album del 1967 “Surrealistic Pillow”, inserito nel filone definito “Psychedelic”, o meglio “Acid Rock” dalla pesante influenza di eccipienti lisergici o altri cocktail di droghe allucinogene che erano consumate all’epoca dai componenti della band come si trattasse di mentine per mantenere fresco l’alito.
La canzone, oltre al chiaro riferimento con Alice nel Paese delle Meraviglie (vedi questo post), ricorda anche il soprannome di Owsley Stanley, detto Bear, che nella seconda metà degli anni ’60 era conosciuto nella contro-cultura dell’area di San Francisco anche come “White Rabbit”: noto soprattutto come il principale chimico produttore di LSD in larghe quantità.
And if you go chasing rabbits, And you know you’re going to fall
Tell ‘em a hookah smoking caterpillar, Has given you the call to
Call Alice, When she was just small
La canzone, scritta da Grace Slick che ha anche realizzato “Somebody to Love”, è stata poi suonata a Woodstock e immortalata nei 3 giorni di Pace e Musica, dal 15 al 18 Agosto 1969 con “Volounteers”.
When the men on the chessboard, Get up and tell you where to go
And you’ve just had some kind of mushroom, And your mind is moving low
Go ask Alice, I think she’ll know
When logic and proportion, Have fallen sloppy dead
And the White Knight is talking backwards, And the Red Queen’s “off with her head!”
Remember what the dormouse said; Feed your head, Feed your head
Foto? Non un coniglio bianco, ma un gatto blu psichedelico nelle strade di Asakusa, mentre facevo danni in Japan all’inizio di Aprile …
Doraemon rules.
Praticamente ci sono cresciuto…
🙂
Hai la facoltà di creare delle breccie nelle mie sinapsi e riportare alla memoria i ricordi più strampalati. Oggi in particolare mi hai fatto tornare a galla degli spezzoni del film Harvey del 1950, rigorosamente in b/n, con James Stewart. Film che in quanto alla sintesi della segale cornuta non è secondo a nessuno e che parla di un puka , un coniglio bianco invisibile di 180 cm.
Altra back door sul passato, il pezzo dei Beatles “Strawberry Fields Forever”.
Tralascio il resto perché potrebbe incriminarmi!
Peace
Grandi ricordi, complimenti!
Peace, bro!
La canzone …
E questo quando i Jefferson ancora volavano in aereo … Poi per i loro trips hanno preso l’astronave…
🙂 bel riferimento 🙂
Le giornate di merda non ti si addicono: fluttui tra conigli bianchi e doraemon con troppa leggerezza 🙂
lo so, lo so … ma domani notte mi faccio quasi 13 ore sdraiato dentro un aereo e dormo: vedi che recupero, prima della densa settimana asiatica.