Il lavoro incalza, e oggi veramente ho tempi risicati.

Salto di argomento in argomento e di paese in paese, cercando di almeno dare la parvenza di sapere di cosa sto parlando e dove sto geo-localizzando il contesto, prima di sostenere la criticità del Dry Martini a Riyadh, l’importanza del processo criogenico in Groenlandia e la logistica dell’annaffiatoio in Indocina durante il periodo dei monsoni.

Poche idee ma confuse, insomma.

Talvolta mi sembra di essere uno di quei negozianti, unici punti di approvvigionamento in paeselli sperduti, che si trasformano in “tuttologi”. Nei loro scaffali hanno generi alimentari, prodotti per la pulizia, giornali, medicinali umani e animali, improbabili giocattoli in plasticaccia che hanno viaggiato per continenti prima di impolverarsi per anni in attesa che la disperazione guidi un acquisto.

Foto? Ovvio, Myanmar (Birmania) oggi. Campane, telefoni, scarpe …

campane scarpe telefoni

It's been almost 50 years that I travel across the word (and the 7 seas), on business or vacation, but always carrying with me a Leica camera. I started keeping this kind of journal a while ago. Even if sometime I disappear for ages, I'm then coming back with semi-regular updates: publishing is a kind of mirroring of my state and emotions, and you need to take it as it is. All published photos are mine.

17 Comment on “Campane, Telefoni e Scarpe

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