Il 6 Giugno 1944 Robert Capa (futuro fondatore dell’agenzia fotografica Magnum), trentenne, era uno dei 18 fotografi accreditati dall’esercito americano per documentare le fasi di preparazione all’invasione dell’Europa continentale, e uno dei soli 4 autorizzati a imbarcarsi con la prima ondata di assalto alle spiagge in Normandia. Era stato incaricato per Life di documentare lo sbarco.
Il mezzo da sbarco lo catapultò a trenta metri dalla spiaggia e Robert saltò in acqua con 2 macchine fotografiche al collo. Per 90 minuti documentò uno dei momenti più cruenti della storia dell’umanità, l’inferno sulla terra.
Hudson Riley era un soldato semplice americano. Sbarcato troppo distante dalla riva, aveva dovuto aggrapparsi al suo salvagente per non affondare sotto il peso di armi e attrezzatura e affogare: era diventato così una paperella galleggiante per i colpi dei tedeschi che difendevano la riva. Fu raggiunto da 4 proiettili nella spalla sinistra e un due uomini lo sollevarono fuori dall’acqua, portandolo, ferito, al riparo. Uno dei due aveva una macchina fotografica al collo: era Robert.
Capa scattò 106 fotografie con due macchine Contax e obiettivi da 50mm. Tornato a Londra, il laboratorio di Life sbagliò lo sviluppo dei negativi: 11 soli scatti sopravvissero, The magnificent Eleven, che sono un documento incredibile di Omaha Beach. Sfuocati, mossi, sovraesposti, danneggiati. Incredibilmente veri.
Foto? Le foto di Capa sono inavvicinabili per quanta storia raccontano attraverso l’immagine. Sarei tentato di non allegare nulla. Io qualche settimana fa scorso ero a Sydney, durante l’ANZAC day …
Vent’anni dopo nascevo io lo stesso giorno! Ti ho dato l’idea, birichino! Faby
no, sorry … studio le immagini di Robert Capa da oltre 40 anni. Comunque auguri auto-inflitti ancora
La foto di Robert Capa:
Grazie per questi documenti! E’ sempre un piacere leggerti
Poeta adulatrice!
a differenza si Capa però tra i tuoi soggetti ci scappa sempre una minigonna…. 🙂 io apprezzo 🙂
🙂 buongustaio 🙂
90 minuti di fotografie, attraversato forse dal pensiero che non si potesse uscire vivi da lì. Coraggio, sul serio.
Grazie per il ricordo.
Coraggio? Follia? Shock? Non lo so: mi è capitato alcune volte in questi 35 anni di vagabondaggio planetario di essere “nei” fatti, nemmeno “testimone”: è strana la calma agghiacciante che provi, ed è allucinante quando poi la tensione ti abbandona … Robert Capa ha vissuto una vita così, fino a quando una mina l’ha fatto saltare in aria, sempre con le sue macchine fotografiche al collo. Detto tra noi, io vorrei evitare questo finale … 🙂
Me lo auguro! Intanto cerca di evitare quei campi dove ancora ci stanno sepolte le mine…
Sai il problema della memoria storica è che perde ricordi come un setaccio.
Non ho mai capito se è una questione di sopravvivenza o solo colposa negligenza, sta di fatto che si tende a dimenticare, a lasciare che ricordi come il D day vengano lasciati a pochi sopravvissuti, che vengono bonariamente derisi con sommaria condiscendenza.
D’altronde ogni tanto penso che la Germania oggi detta le regole e si erge a giudice, mentre 70 anni fa società come la bayer e basf hanno costruito un impero con il Zyklon B.