Si, lo so, ho cominciato male. Dovevo essere in ferie.
Alle 3:50, appena sveglio, mi son attaccato alla tastiera e ho incrociato una tenzone con un grappolo di colleghi indiani. Il duello telematico è proseguito con alterne vicende fino alle 6, quando ho sospeso le garanzie democratiche con un cordiale testo che, nel senso, diceva “Cazzo, sai che c’è? Il capo sono io, quindi facciamo a modo mio, che tra l’altro è anche ovviamente giusto”.
La forma era più prosaica, democratica, partecipativa, lassativa e melliflua, ovvio! (e due avverbi in due frasi consecutive è una roba da Pulitzer).
Beria era sdraiata sul pavimento di marmo genovese come fosse uno stoccafisso in una vasca per bagnarsi. Evitava di dare segni di vita, preoccupata che il mio impegno professionale si trasformasse in un “Al diavolo, andiamo a fare due passi“: alle 6 non se l’è più cavata, contemporaneamente alla prova di forza (e ultimamente ho rimesso su muscoli da cage-fighter) l’ho brancata dicendole “andiamo a vedere l’alba al Ponte delle Chiatte” e si è avviata al passo con lo stesso sguardo con cui Gramsci aspettava la sbobba nel carcere fascista. Si sa, del resto, il mio cane ha una fede politica ortodossa inamovibile, e un sonno troio visti i miei orari antelucani.
Siamo rimasti in giro un paio d’ore, ho fatto qualche scatto in cima al porto e passando per via Di San Bernardo, e, dopo un’altra parentesi lavorativa, sono andato a vedere la mostra su Robert Capa esposta a Palazzo Ducale. Sono le foto scattate dal fondatore della Magnum Agency in Italia durante la guerra, al seguito delle truppe Americane in Sicilia, a Napoli, a Cassino.
Capa è l’inviato di Guerra. Non “un” ma “l’inviato”: le sue immagini sono semplicemente stupefacenti. La sua capacità di raccontare la storia con uno scatto su pellicola è semplicemente straordinario. Da vedere, assolutamente.
Foto di oggi? Dopo aver rivisto ancora una volta le immagini di Capa, che ci metto? Il ponte delle chiatte e la vetrina di Mangiabuono stamani …
Le sedie impilate dietro la vetrina anni ’40 sono poetiche! Bellissima foto 🙂
🙂 vieni ad allenarti qui allora!
Poetiche le foto, poetica la passeggiata con Beria.
Poetico il modo delicato, nonostante la scrittura forte e dirompente, con cui parli di una mostra.
Bello leggerti.
Adulatore ferroviario! 🙂
Ma và, che Beria ti seguirebbe anche in capo al mondo!!!! Spero almeno che tu riesca a fare il week end di ferie senza incroci lavorativi con qualche remoto luogo del globo… 🙂
Hai ragione, Beria mi seguirebbe anche in capo al mondo: unica volta che si è mostrata veramente perplessa è stato quando l’ho portata in solitaria in una baracca in montagna, a quasi tremila metri.
Aveva nevicato il giorno prima e nella notte, con una stellata fantastica, la temperatura nella baracca è scesa sotto i -15°c.
Me la son tirata dentro nel sacco a pelo per riscaldarla e la mattina dopo le mie ascelle erano il minore dei problemi, credimi: dormire appiccicato ad un pastore tedesco è un’esperienza …
Ne ho avuto uno…lo so. Però il piacere di condividere del tempo con un cane fa dimenticare ogni sfumatura odorosa… Riescono a farti sorridere anche nelle giornate più nere…:D
Secondo me i colleghi indiani stanno festeggiando il fatto che tu sia in ferie 🙂
Ma dai, anch’io ieri ero all’isola delle Chiatte, non all’alba però! Buongiorno Mau!
Mi sa che non abbiamo orari simili. Oggi sono andato a far danni al mercato orientale e a parlare di storia del comunismo lí vicino: domani ne parlo 🙂
La mostra di Robert Capa??? Figata!
Yessss 🙂
Mi è mancata la tua visione poetica della vira in tutte questa settimane! Finalmente d nuovo online mi guardo le tue foro e sorrido sotto i baffi pensando alla povera beria!
Qui abbiamo qualche problema con le “t”, ma comunque bentornata! Dove sei, Olanda?
Caro Maurizio, ho qualche piccolo problema con la tastiera olandese! Forse non solo momentaneamente a Rotterdam, con finalmente la possibilità di connettermi di nuovo!
Grazie 🙂